Tares, Imu…da giugno a dicembre, ma sempre mazzata è

ROMA – Tares, Imu da giugno a dicembre…ma sempre mazzata è. Il Governo ha annunciato un decreto per risolvere il pasticcio della nuova tassa sui rifiuti: prima rata a maggio come era la vecchia Tarsu, maggiorazione concentrata tutta a dicembre. Cambia il calendario, restano i saldi, amari per il contribuente perché la stangata è solo rinviata.

Stangata che consiste in una maggiorazione Tares (rispetto alla vecchia imposta) da 30 centesimi al metro quadro che aumenta il carico fiscale.  Si tratta, in termini di gettito, di un miliardo di euro che il Governo ha già contabilizzato: o prima o poi quel tributo va pagato. Tanto più che è caduto anche l’ultimo velo sulla funzione di questo aumento: doveva servire per finanziare i “servizi indivisibili” tipo l’illuminazione pubblica e l’igiene urbana dei Comuni, una specie di compensazione per il taglio dei trasferimenti agli enti locali. A dicembre la pagheremo direttamente allo Stato senza una vera e propria giustificazione. Si è evitato però, anticipando il primo pagamento a maggio (era stato rinviato a luglio) che le imprese che lavorano nel settore rifiuti dovessero aspettare mesi (almeno fino a settembre) per ricevere i giusti corrispettivi per le prestazioni fatte e i servizi forniti.

Ora, quanto esattamente dovremo pagare a maggio non è così sicuro in assenza dei piani finanziari che la maggioranza dei Comuni non ha avuto il tempo di approntare. Quello che è certo è che ogni sconto di maggio si tradurrà in un conguaglio più pesante a dicembre. Che a questo punto sarebbe meglio non arrivasse mai: in questo mese arriveranno al pettine, come nodi volutamente lasciati irrisolti, la maggiorazione Tarsu, il saldofinale  dell’Imu, il conguaglio Irpef, l’acconto Ires.

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