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Tares, tassa rifiuti più cara Imu: costerà 80 € in più delle vecchie Tarsu e Tia

di admin |20 Dicembre 2012 9:05

Tares, tassa rifiuti più cara dell’Imu: costerà 80 € in più delle vecchie Tarsu e Tia

ROMA – La Tares, la nuova tassa sui rifiuti, costerà 80 euro extra a famiglia. Se nel 2012 la Tarsu per una famiglia “media” è costata 225 euro, ad aprile 2013 la stessa famiglia si troverà a sborsare circa 305 euro. La Tares peserà sulle famiglie italiane molto più della temuta Imu sulla casa, perché sostituirà la Tarsu e la Tia. Il pagamento della prima rata è fissato per aprile 2013, data fissata dalla legge di stabilità.

La tassa si applica a “chiunque possieda, occupi e detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani”. Quindi oltre ai proprietari di casa dovranno pagare il nuovo balzello anche negozi, uffici e capannoni. L’importo sarà calcolato in funzione dei metri quadri delle proprietà e non terrà conto dei componenti del nucleo.

Scrive Repubblica:

“L’aggravio sta nei fatti: la nuova tassa dovrà rispettare due nuovi parametri. La Tares dovrà coprire al cento per cento il costo del servizio per le utenze domestiche sostenuto dai Comuni (oggi in media la copertura è del 79 per cento, il resto finisce nel bilancio). Non solo: dovrà finanziare anche il costo dei “servizi indivisibili” forniti dal sindaco, una serie di voci che va dall’illuminazione pubblica, alla manutenzione delle strade, polizia locale, verde. Un indispensabile “extra” che le giunte copriranno imponendo al cittadini una sovratassa di 30 centesimi al metro quadro (che potrà arrivare, giunte volendo, a 40 centesimi).

Queste due aggiunte da applicare alle attuali tariffe Tarsu – secondo i calcoli della Uil – peseranno mediamente 53 più 27 euro, per un totale appunto di 80 euro di ulteriore spesa. Un maggiore incasso pubblico di 1,9 miliardi che va ad aggiungersi al 7,6 versati nel 2012. D’altra parte l’aumentato costo dei rifiuti non è una novità: già nel 2012 la grande maggioranza dei capoluoghi di provincia aveva aumentato la “vecchia” Tarsu rispetto al 2011. Solo Lucca, Treviso e Teramo avevano praticato sconti”.

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