“Tasi più cara dell’Imu”, allarme Banca d’Italia. Governo: “Meno cara del 2012”

Tasi 2014 prima casa costa 60% in più di Imu 2013: l'allarme di Bankitalia
Tasi 2014 prima casa costa 60% in più di Imu 2013: l’allarme di Bankitalia

ROMA – La Tasi del 2014 sulla prima casa potrebbe costare fino al 60% in più dell’Imu 2013: questo l’allarme lanciato dalla Banca d’Italia che teme un saldo finale per le famiglie italiane ai livelli dell’Imu 2012, per una tassa, quella sulla casa e sui servizi comunali, che molti sindaci hanno deciso di rinviare a settembre dopo mesi di caos.

Una stima che è stata smentita dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio:

“Noi siamo tranquilli e sereni, gli italiani con la Tasi pagheranno meno. Rispetto al 2012, che è l’anno di riferimento, non è assolutamente così. E’ chiaro che se la si confronta con il 2013, quando l’Imu prima casa fu abolita, è un altro discorso”.

La Banca d’Italia ha calcolato che se i Comuni dovessero decidere di applicare l’aliquota massima del 2,5 per mille, la Tasi 2014 sulle prime case costerà il 60% in più di quanto pagato nel 2013, tornando ai livelli delle cifre sborsate per l’Imu 2012.

Se invece le amministrazioni locali dovessero applicare l’aliquota base dell’1 per mille, la Tasi 2014 sarà più cara del 12% rispetto all’Imu 2013 sulla prima casa.

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La legge di Stabilità 2014 stabilisce che l’aliquota base è dell’1 per mille, e i Comuni possono modificarla purché la somma fra l’aliquota della Tasi e quella dell’Imu non ecceda il 6 per mille per le abitazioni principali e il 10,6 per gli altri immobili; per il solo 2014 l’aliquota della Tasi non può superare il 2,5 per mille.

A ciò, si aggiunge la successiva possibilità affidata ai Comuni di superare le aliquote massime consentite per la Tasi sulle abitazioni principali e sugli altri immobili, complessivamente di un ulteriore 0,8 per mille, purché usino il ricavato per finanziare le detrazioni per le prime case come accadeva per l’Imu.

Nell’ambito dell’evoluzione dei tributi locali, la Banca d’Italia sottolinea che “la fiscalità immobiliare svolge un ruolo preminente” per la finanza comunale. In pratica, i balzelli vari sulle case sono fondamentali per i conti dei sindaci, tanto che nel 2012 fornivano la copertura di un quarto delle spese correnti dei Comuni. Nel ripercorrere l’evoluzione normativa, Bankitalia riconosce che “la tassazione patrimoniale sull’abitazione principale è stata reintrodotta nel 2012, con l’entrata in vigore dell’Imu; è stata sostanzialmente soppressa per le abitazioni non di lusso nel 2013, e reintrodotta di fatto dal 2014 con la Tasi”.

Un’analisi per i Comuni capoluogo di regione evidenzia una significativa contrazione del prelievo locale sulle abitazioni principali non di lusso nel 2013, come mostra anche la figura riportata di seguito. Ma Bankitalia aggiunge: “Il prelievo complessivo è destinato ad aumentare nel 2014; qualora gli enti incrementassero le aliquote fino al 2,5 per mille, la tassazione locale su tali immobili si riporterebbe sui livelli del 2012”.

La simulazione di Palazzo Koch porta a questa conclusione: “Considerando un’abitazione principale non di lusso, nella media dei Comuni capoluogo il prelievo si è ridotto complessivamente di circa il 40 per cento fra il 2012 e il 2013 (la componente relativa ai servizi sarebbe aumentata di circa il 20 per cento, a fronte di una riduzione di oltre l’80 per cento di quella patrimoniale). Nel 2014, nell’ipotesi di applicazione della Tasi ad aliquota base, il prelievo aumenterebbe di circa il 12 per cento (rimanendo comunque ben al di sotto del livello registrato nel 2012); se ciascun capoluogo applicasse un’aliquota pari al 2,5 per mille, il prelievo complessivo crescerebbe di oltre il 60 per cento rispetto al 2013″.

LA REPLICA DI DELRIO – Il sottosegretario Delrio ha contestato le stime della Banca d’Italia, affermando:

“rispetto al 2012, che è l’anno di riferimento, non è assolutamente così. E’ chiaro che se la si confronta con il 2013, quando l’Imu prima casa fu abolita, è un altro discorso. I parametri, come abbiamo sempre detto, della Tasi vedono la tassa inferiore come impatto alla tassazione immobiliare presente negli anni normali; il 2013 è stato un anno anormale perché fu abolita ‘una tantum’ l’Imu prima casa”.

Delrio ha poi aggiunto:

”Noi siamo tranquilli e sereni, gli italiani pagheranno meno e laddove pagheranno un po’ di più dovranno parlarne coi loro Comuni perché è una tassa comunale e lo diciamo qui, da Trento, dove l’autonomia è un valore”.

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