ROMA – Dopo l’antipasto di giugno, si avvicina il nuovo appuntamento con la Tasi, l’imposta sui servizi indivisibili che con la Tari e l’Imu ha dato vita alla Iuc e alla nuova tassazione sulla casa. Oltre 5.000 Comuni (per l’esattezza 5.220 secondo Confedilizia, in attesa dei dati definitivi ‘certificati’ dal Tesoro che arriveranno nei prossimi giorni), hanno deliberato le aliquote, facendo scattare dunque l’obbligo di versamento della prima rata sull’abitazione principale entro il 16 ottobre.
Nei Comuni mancanti (659 secondo Confedilizia) si pagherà invece il 16 dicembre ma con l’aliquota base dell’1 per mille. Secondo le ultime elaborazioni del Servizio Politiche Territoriali della Uil per una famiglia su due il conto sarà quest’anno più salato dell’Imu 2012. Su 336 famiglie residenti in 84 città capoluogo oggetto del campione di indagine, il 51,8% dovrà vedersela con una Tasi più pesante di quanto pagato con l’Imu due anni fa. Ecco un vademecum sulla nuova imposizione immobiliare.
ALIQUOTE: la legge di stabilita’ fissava un’aliquota base dell’1 per mille e un tetto massimo del 2,5 per mille per la prima casa e del 10,6 per mille per la seconda (somma di Tasi e Imu). Il governo e’ poi intervenuto per concedere ai Comuni la possibilità di aumentare le aliquote fino a un massimo dello 0,8% distribuendo l’aumento tra prima e seconda casa. La maggiorazione deve essere però vincolata alla concessione delle detrazioni, scomparse a livello nazionale rispetto all’Imu.
PRIME CASE: l’aliquota può dunque salire fino a un massimo del 3,3 per mille.
SECONDE CASE: Si può arrivare all’11,4 per mille complessivo. Su seconde case e tutti gli altri fabbricati – uffici, negozi, capannoni e così via – si pagano sia l’Imu che la Tasi.
IMMOBILI DI LUSSO: Le 73mila case accatastate nelle categorie di pregio (A/1, dimore signorili; A/8, ville e A/9, castelli) continueranno a pagare l’Imu sulla prima casa, con un’aliquota massima del 6 per mille e con la sola detrazione di 200 euro, senza i 50 euro extra per ogni figlio. Su queste case si paga anche la Tasi, sempre con aliquota massima del 3,3 per mille, ma il totale di Imu e Tasi non può superare il 6,8 per mille.
IMMOBILI IN AFFITTO: Anche in questo caso si paga sia l’Imu che la Tasi con il limite massimo dell’11,4 per mille. L’Imu è pagata interamente dal proprietario, mentre la Tasi pesa anche sulle spalle dell’inquilino che deve versarne una quota compresa tra il 10 e il 30% a seconda della delibera comunale.
CALCOLO: la base imponibile è la stessa dell’Imu. Si parte dunque dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l’aliquota comunale, con le eventuali detrazioni.
COME E QUANDO PAGARE: per pagare la Tasi si utilizza il modello F24 o il bollettino di conto corrente postale. Il versamento si divide in due rate. In circa 2.000 Comuni che hanno deliberato l’aliquota a maggio la prima rata è stata pagata il 16 giugno. Nelle amministrazioni ritardatarie che comunicano la decisione entro oggi c’è la possibilità invece di pagare entro il 16 ottobre. L’aggiornamento è avvenuto in oltre 5.000 Comuni ma oltre 600 mancano ancora all’appello. In questi casi si pagherà l’aliquota base dell’1 per mille in un’unica soluzione entro il 16 dicembre.