Tasi-Imu come diventano una cosa sola: 2 ipotesi per la tassa unica dei sindaci

Tasi-Imu come diventano una cosa sola: 2 ipotesi per la tassa unica dei sindaci
Tasi-Imu come diventano una cosa sola: 2 ipotesi per la tassa unica dei sindaci

ROMA – Tasi-Imu come diventano una cosa sola: 2 ipotesi per la tassa unica dei sindaci. Il presidente del Consiglio Renzi si è impegnato per permettere ai contribuenti di pagare già dal 2015 una sola tassa sulla casa, un’imposta che sia il risultato della fusione tra Imu e Tasi e semplifichi il groviglio fiscale attuale (“Un’unica tassa, secca, chiara sulla Casa per pagare i servizi”, Renzi ieri). Il piano è allo studio dei tecnici del Governo: non è facile perché armonizzare aliquote e detrazioni è complicato, così come introdurre meccanismi di progressività. Due le ipotesi privilegiate.

Aliquota più alta e detrazioni standard. La prima, per evitare come oggi che attraverso la Tasi chi prima non aveva mai pagato né IciImu (5 milioni di abitazioni esenti) oggi invece paga, passa per l’innalzamento dell’aliquota e la reintroduzione di detrazioni standard (come i 200 euro + 50 per figlio) proporzionali all’aliquota stessa. Il vantaggio è quello appunto di distribuire il carico fiscale più sugli abbienti ed esentare chi oggi invece non beneficia delle detrazioni sparite da molte delibere comunali. Lo svantaggio  è che, nota il Sole 24 Ore, assomiglia troppo all’Imu cancellata un anno fa (“semi-abolita”) e poi surrettiziamente riemersa a macchia di leopardo.

Tasi dentro Imu con aliquota al 2,5 per mille. C’è una proposta al Ministero del Tesoro su cui ha lavorato il sottosegretario Zanetti che propende per una revisione più soft. La Tasi viene cancellata come tassa autonoma per essere inserita invece in ambito Imu: l’aliquota sarebbe fissata al 2,5 per mille con la possibilità per i Comuni di alzarla al massimo di un punto o di abbassarla fino all’azzeramento. Il vantaggio sta nel fatto che “si evitano gli incroci multipli di Imu e Tasi sullo stesso immobile” (Sole 24 Ore). Lo svantaggio è nel mancato ripristino della progressività attesa e, soprattutto, l’impopolarità di un aumento dell’aliquota al 2,5 per mille dall’1 per mille.

 

 

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