Tasi come Imu, chiese non pagano. Governo ci ripensa

Tasi, le chiese non pagano. Governo ci ripensa
Tasi, le chiese non pagano. Governo ci ripensa

ROMA – Le chiese non pagano la Tasi. Il governo ha deciso, ci ha ripensato, e nel testo definitivo del decreto Salva Roma si legge che  tutti “i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto” sono esenti dal pagamento della Tasi.

Dall’imposta sono esenti, come previsto, anche gli immobili di proprietà della Santa Sede indicati nel Trattato lateranense. Si tratta di 25 immobili: clicca qui per l’elenco completo. 

In un primo momento si era diffusa la notizia della mancata esenzione anche per i luoghi di culto. Circostanza smentita, definitivamente, dal testo del decreto Salva Roma.

Il comma 3 dell’articolo 1 del testo che ha ricevuto il bollino della Ragioneria generale dello Stato estende di fatto alla Tasi le esenzioni previste per l’Imu, relative – si legge nella relazione tecnica al provvedimento –

“agli immobili posseduti dallo Stato, nonché agli immobili posseduti, nel proprio territorio, dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni, dalle comunità montane, dagli enti del servizio sanitario nazionale, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali”.

Inoltre viene disposta ai fini Tasi delle esenzioni “già previste ai fini Imu, di cui all’art. 7 del d.lgs. n.504 del 1992 in materia di Ici”, tra cui appunto anche quelle perla Chiesa.

 

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