ROMA – Tasi prima casa al 3,5 per mille e stesse detrazioni vecchia Imu (200 euro). Dopo il rincorrersi di ipotesi degli ultimi giorni su cifre, percentuali e risorse, il governo avrebbe definito i contorni di quell’emendamento che dovrebbe consentire ai Comuni di gestire in maniera flessibile le aliquote massime sull’Imu, per gli immobili su cui ancora si calcola, e sulla Tasi per consentire così di trasferire le risorse ottenute alle detrazioni come quelle pianificate per la vecchia Imu (200 euro e 50 per ogni figlio a carico) o comunque modulate per esonerare le famiglie numerose o in condizioni svantaggiate.
L’aumento consentito sarà molto probabilmente dell’1 per mille, portando cioè l’aliquota fissata dal governo dal 2,5 per mille al 3,5 per mille per le prime case (solo Tasi al 3,5 per mille) e all’11,6 per mille per gli altri immobili (Tasi + Imu). Una soluzione scelta dal governo, nonostante i molti malumori del centrodestra e il pressing delle organizzazioni di rappresentanza di settore come Fiaip e Confedilizia, che annuncia azioni di protesta e secondo la quale a forza di aumenti il gettito Imu-Tasi 2014 supererà i 28 miliardi, contro i 20 miliardi di gettito Imu del 2013 e i 9,2 miliardi dell’Ici 2011 e privilegiata rispetto ad altre proposte avanzate ancora oggi.
C’è poi il nodo scadenze: la legge di stabilità prevede che per quanto riguarda la Tasi siano i comuni a stabilire il numero delle rate e relative scadenze; i contribuenti che però sceglieranno di pagare in un’unica soluzione lo potranno invece fare direttamente entro il 16 giugno. La mini-Imu si pagherà invece il 24 gennaio.