ROMA – Tasi, quando è più cara di Imu, città per città (aspettando le delibere). A settembre proprietari e inquilini riusciranno a districarsi nel labirinto dei prelievi dei Comuni visto che entro dieci giorni devono deliberare (solo 2.200 Comuni su 8mila l’hanno fatto) almeno sulla Tasi (tassa sui servizi indivisibili) sulla prima casa e che può colpire a scelta (dei sindaci) anche le seconde case coinvolgendo (devono decidere) gli affittuari con una quota variabile tra il 10 e il 30%.
Tasi, quando è più cara di Imu. Se è impossibile fare una media vista la tassazione variabile da città a città, si può dire in generale che l’imposta è un po’ più regressiva di quanto lo fosse Imu. Vuol dire che l’importo non aumenta progressivamente all’aumentare dei metri quadri, per cui i risparmi, quando ci sono, saranno, in proporzione, più visibili per gli appartamenti più grandi.
Da mesi infuria la polemica se la Tasi sulla prima casa sia più cara rispetto all’Imu. Una risposta univoca, basata su medie alla Trilussa, non sarebbe attendibile. Rimane però chiaro che il meccanismo della Tasi è più «regressivo» rispetto a quelle dell’Imu, nel senso che favorisce i proprietari di immobili di alto valore fiscale e penalizza le case piccole.
Nella tabella che abbiamo elaborato si evidenzia, ad esempio, che una casa civile di 70 metri quadrati a Milano paga 228 euro, 63 in più rispetto all’Imu 2012; un’abitazione medio signorile di 120 metri, invece, paga 530 euro, con un risparmio di 118 rispetto a due anni fa. A Roma, dove l’aliquota Imu era dello 0,5%, si risparmia praticamente sempre. Tra le città da noi considerate il peggiore aggravio l’avrà Frosinone: per la casa da 70 metri nel 2012 il proprietario non pagava e ora dovrà sborsare 121 euro. (Gino Pagliuca, Corriere della Sera)
(la tabella pubblicata è una elaborazione del Corriere della Sera sulla tassazione Tasi in 30 città italiane)
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