ROMA – Tasi, tocca anche agli inquilini. No bollettini compilati. Sotto 12 € non paghi. Sotto i 12 euro gli inquilini non dovranno preoccuparsi di pagare la Tasi, ovvero la quota minoritaria a loro spettante: però devono fare bene i calcoli, soprattutto da soli, perché non ci sarà nessun modulo pre-compilato che giunga in soccorso e capire l’entità della somma è difficile perché ogni Comune decide diversamente. Nella maggior parte dei Comuni bisognerà pagare la nuova imposta entro il 16 ottobre e solo per chi abita nelle 659 amministrazioni municipali che non hanno deliberato le aliquote l’appuntamento è rinviato al 16 dicembre.
La scadenza, dopo l’assaggio di giugno per i pochi Comuni che avevano deciso le aliquote, si presenta impegnativa non solo per le tasche dei proprietari ma anche perché richiederà qualche impegno burocratico per gli inquilini, che pagano sì una piccola parte, ma devono attrezzarsi con i dati catastali dell’immobile preso in locazione.
Pagano anche gli inquilini, ma niente moduli pre-complilati. Già perché – contrariamente alle indicazioni parlamentari emerse durante l’introduzione del nuovo tributo – non arriverà alcun bollettino precompilato, come invece accade con la tariffa sui rifiuti, la Tari. Inoltre il proprietario non sarà corresponsabile di mancati versamenti d’imposta del proprio affittuario: a ciascuno spetta il suo. Una sola buona notizia: gli importi talvolta sono minimi e sotto i 12 euro non bisogna pagare.
In ogni caso per le prime case è un ritorno alle tasse in favore dei Comuni, come accadeva nel 2013, mentre le seconde case dopo aver pagato l’Imu a giugno dovranno aggiungere questo ulteriore balzello che serve a pagare i cosiddetti servizi indivisibili dei comuni (come l’illuminazione). Certo la somma delle due imposte sulle seconde case ha fatto lievitare il prelievo, tanto che qualcuno ha iniziato a pensare di rinunciare ad alcune proprietà (magari ricevute in eredità) in favore dello Stato. Per questo la Confedilizia ha addirittura avviato uno studio per verificare i costi che il proprietario dovrà pagare anche in questo caso.
A conti fatti l’arrivo del nuovo tributo appesantirà il conto fiscale delle famiglie. Le ultime elaborazioni del Servizio Politiche Territoriali della Uil calcolano che per una famiglia su due il conto sarà quest’anno più salato dell’Imu 2012. Su 336 famiglie residenti in 84 città capoluogo oggetto del campione di indagine, il 51,8% dovrà vedersela con una Tasi più pesante di quanto pagato con l’Imu due anni fa. Ecco un vademecum sulla nuova imposizione immobiliare.
ALIQUOTE. La legge di stabilità fissava un’aliquota base dell’1 per mille e un tetto massimo del 2,5 per mille per la prima casa e del 10,6 per mille per la seconda (somma di Tasi e Imu). Il governo e’ poi intervenuto per concedere ai Comuni la possibilità di aumentare le aliquote fino a un massimo dello 0,8% distribuendo l’aumento tra prima e seconda casa.
ORA SI PAGA SOLO LA TASI. In ogni caso entro il 16 ottobre si paga solo la Tasi e l’aliquota non può superare il 3,3 per mille. In genere i comuni hanno deciso di applicare, per la sola Tasi, un’aliquota più bassa sulla seconda casa che già paga l’Imu e che quindi, nel complesso, versa di più. E’ questa la stessa aliquota che devono tener presente gli inquilini (che non devono però tener conto dell’Imu).
CALCOLO. La base imponibile Tasi è la stessa dell’Imu. Si parte dunque dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l’aliquota comunale, con le eventuali detrazioni. Il consiglio è quello di rintracciare la delibera comunale per vedere aliquote ed eventuali esenzioni, quindi fare il calcolo con alcuni siti che su Internet facilitano di molto l’adempimento (ad esempio www.amministrazioni.comunali.it)
COME E QUANDO PAGARE. Per pagare la Tasi si utilizza il modello F24 o il bollettino di conto corrente postale. Il versamento si divide in due rate. In circa 2.000 Comuni che hanno deliberato l’aliquota a maggio la prima rata è stata pagata il 16 giugno. Nelle amministrazioni ritardatarie che comunicano la decisione entro oggi c’è la possibilità invece di pagare entro il 16 ottobre.
IL NODO DELL’INQUILINO. Per loro il calcolo potrebbe essere più complicato. A seconda del comune dovranno pagare una quota tra il 10 e il 30% dell’importo dovuto per l’immobile (considerando l’aliquota come seconda casa). Ovviamente i proprietari pagheranno invece tra il 70 e il 90%. Il percorso ad ostacoli parte dai dati catastali che non è obbligatorio indicare nel contratto di affitto: dovranno essere richiesti al proprietario. Quindi bisognerà calcolare l’imposta e scoprire qual’è la quota da pagare che ha deciso il Comune.
Talvolta gli importo dovuti sono davvero minimi, poche decine di migliaia di euro e non sarà infrequente il caso in cui l’importo da pagare, per l’intero anno, scende sotto il minimo di legge di 12 euro (ma – attenzione – i comuni possono cambiare anche questo parametro).
IMMOBILI DI LUSSO. Le 73mila case accatastate nelle categorie di pregio (A/1, dimore signorili; A/8, ville e A/9, castelli) hanno già pagato l’Imu sulla prima casa, con un’aliquota massima del 6 per mille e con la sola detrazione di 200 euro, senza i 50 euro extra per ogni figlio. Su queste case si paga anche la Tasi, sempre con aliquota massima del 3,3 per mille, ma il totale di Imu e Tasi non può superare il 6,8 per mille. …
E C’E’ CHI CEDE LA PROPRIETA’. L’arrivo di una forte tassazione patrimoniale sta ora creando un nuovo fenomeno. Sono non pochi i cittadini che stanno valutando come liberarsi di un immobile, magari avuto in eredita in un lontano paesino, che non riescono a mettere a frutto e che invece costringe al pagamento di tasse. Confedilizia ha iniziato a studiare il caso e ha scoperto che anche in questo caso si rischia di pagare un conto che, per un appartamento modesto, si aggira sui 3.000 euro.
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