L’Ici e quella tassa sulla casa alla francese che piace a Monti

Mario Monti

ROMA – Succede che la cura Monti nell’Italia del dopo Berlusconi parte dalla casa. Il nuovo presidente del Consiglio, Mario Monti, sta pensando a un’imposta progressiva sugli immobili basata sul modello francese e in cantiere c’è anche l’idea di innalzare le rendite catastali.

Il nuovo governo tecnico guarda dunque all’imposta di solidarietà dei nostri cugini d’oltralpe per l’ipotesi di reintrodurre l’Ici sulla prima casa. Si punta ai 3,5 miliardi di gettito dalla reintroduzione dell’Ici. Magari utilizzando una tassazione più organica, con accorpamento dell’imposta sull’abitazione al canone tv e alla tassa sui rifiuti. E di una patrimoniale, associata o alternativa all’Ici, se ne discuterà, anche tenendo presente il principio dell’equità sociale di cui ha fatto cenno il professor Monti. Per provare a capirci qualcosa bisogna spulciare il sistema francese.

Sugli immobili attualmente nello Stato guidato da Nicolas Sarkozy funziona così: c’è la Taxe Foncière per i proprietari, poi la Taxe d’habitation, per gli inquilini e le aliquote variano a seconda delle città.

I francesi hanno anche un l’impot sur la fortune, abbreviata in Isf: una tassa sulla ricchezza quando supera i 790 mila euro con un’aliquota tra lo 0,55 e l’1,8% del valore dei beni.

Gestione cookie