Tassa rifiuti gonfiata: partono i ricorsi, quei soldi te li devono restituire

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Tassa rifiuti gonfiata: partono i ricorsi, quei soldi te li devono restituire

ROMA – Tassa rifiuti gonfiata: partono i ricorsi, quei soldi devono restituirli. Almeno da 5 anni in alcuni grandi Comuni la tassa sui rifiuti, la cosiddetta Tari, è stata gonfiata a causa di un errore di calcolo. Non ci sono dubbi sull’errore, lo ha ammesso il vice ministro dell’Economia Baretta in Parlamento. Una pioggia di ricorsi è già scattata, le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra.

Per i rimborsi, la differenza cioè tra quanto effettivamente pagato e quanto sarebbe dovuto essere pagato, è ora solo questione di tempo. L’errore è stato commesso, tra i tanti, dai Comuni di Milano, Genova, Ancona, Napoli, Catanzaro e Cagliari. Chi ha pertinenze (dal punto di vista fiscale box, garage, cantine) farebbe bene a controllare la propria bolletta e a controllare il sito del ministero dell’Economia che deve disporre la circolare dedicata. Un impegno dello stesso Baretta che magari troverà la forma migliore di ristoro di concerto con le associazioni dei consumatori stesse.

Stando ai primi calcoli del Sole 24 Ore l’aggravio dei costi è enorme: per una famiglia di quattro persone che vivono in un appartamento da 100 metri quadrati con box e cantina, il calcolo corretto della Tari sarebbe di 391 euro all’anno, mentre quello illegittimo la gonfia fino a 673 euro.

La tassa comprende una quota fissa e una variabile. La parte fissa dipende da quanto è grande la casa: è in proporzione ai metri quadrati dell’abitazione. Mentre quella variabile, che di fatto serve ad adeguare il prelievo ai rifiuti prodotti, cresce secondo il numero dei membri della famiglia. Ed ecco l’errore: la quota variabile andrebbe calcolata una sola volta sull’insieme di casa e pertinenze immobiliari (ovvero posti auto, cantine, soffitte, box), tenuto conto del numero dei familiari. L’esistenza di svariate pertinenze infatti, non accresce la quantità d’immondizia prodotta dal nucleo familiare. Mentre i Comuni accusati di averla maggiorata l’avrebbero applicata tante volte quante sono le pertinenze dell’abitazione, come se l’immondizia lievitasse in presenza di più pertinenze. (Erika Tomasicchio, La Repubblica)

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