ROMA – Arriva la tassa sul risparmio: una mini patrimoniale su depositi bancari e postali e sui certificati di deposito ma non sui conti correnti. Nella versione definitiva del decreto sulla semplificazione fiscale, atteso al Quirinale per la promulgazione, c’è anche il bollo proprozionale all’uno per mille.
Finora i conti di deposito non sono stati gravati da maxibollo sugli estratti conto ma neanche da quello sulle comunicazioni relative al deposito dei titoli.La normativa attuale, così come modificata dal decreto Salva Italia, prevede che l’imposta di bollo, che ammonta a 34,20 euro annuali, venga pagata dagli intestatari persone fisiche solo se il conto è attivo e con un saldo medio annuo che superi i 5 mila euro. Chi è al di sotto di tale soglia non paga: un dettaglio che consente un risparmio per ben 8 milioni di contribuenti, un terzo dei correntisti italiani.
Per quanto riguarda i titoli, invece, l’imposta diventa proporzionale e si calcola applicando una percentuale sul valore totale posseduto pari a 0,1 punti percentuali nell’anno corrente, e di 0,15 punti percentuali dal prossimo anno. La base imponibile sarà rappresentata da tutti i titoli detenuti, anche quelli all’estero. Il limite minimo di 34,20 euro è fronteggiato da una soglia massima di 1.200 euro valida solo per il 2012.
Il decreto salva Italia esclude, inoltre, dalla tassazione i fondi pensioni ed i fondi sanitari. La norma stabilisce, infine, che vengano fatte pagare imposte e bolli sulle comunicazioni periodiche alla clientela relative a prodotti finanziari, “ivi compresi i depositi bancari e postali anche se non rappresentati da certificati”.
Ma non tutto è perduto. La nuova imposizione lascia infatti aperti diversi margini interpretativi alle banche, che potrebbero scegliere di applicare la norma solo con decorrenza futura, o accollarsi addirittura l’onere del bollo per accaparrarsi il cliente: un comportamento che, in tempi di crisi di liquidità, non è certamente da escludere
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