Tassa sugli sms proposta nel 2004. Il governo Berlusconi fece dietrofront

ROMA – Il primo tentativo di introdurre una tassa sui 'messaggini', come quella ipotizzata nella bozza della riforma della Protezione Civile, risale esattamente al 9 novembre del 2004. Era in carica il governo 'Berlusconi 2' alle prese con la 'vecchia' finanziaria alla ricerca di soldi, non solo per far quadrare i conti, ma anche per alleggerire il carico Irap sulle imprese.

L'idea venne all'allora sottosegretario all'Economia, Gianluigi Magri (Udc) oggi nella stessa posizione ma alla Difesa: come oggi si ipotizzo' di introdurre una tassa sempre di 2 centesimi sugli sms. Apriti cielo: passate appena 24 ore dalla proposta del sottosegretario, che peraltro non era neanche stata formalizzata in un testo scritto, iniziarono a piovergli addosso critiche dappertutto. Persino dai colleghi di maggioranza e governo. Il coro di proteste divento' addirittura un movimento d'opinione che viaggiava in rete e sui telefonini e si arrivo' anche ad ipotizzare una giornata di 'sciopero dei pollici'.

Cioe' stop agli sms. E ci fu addirittura chi la butto' sul sentimentale: la tassa sugli sms – si sosteneva – e' una tassa sugli innamorati. La maggior parete dei quali all'epoca (tecnologicamente parlando) erano assai arretrati e certo non utilizzavano smartphone, messaggi gratuiti e social network. Insomma magri messo alle strette inizio' a ritrattare: ''intanto e' una proposta che stiamo ancora valutando'' e inoltre ''la pensavo solo relativamente ai messaggi commerciali che arrivano sui telefonini''.

Ma ormai il tam-tam era partito e persino l'allora ministro alle telecomunicazioni, Maurizio Gasparri, intervenne con una provocazione ''mettiamo una tassa di 2 centesimi su ogni parola che dice un politico: pensate a me quanto costerebbe''. Si trattava – secondo Gasparri – ''come della tassa sul macinato in versione tecnologica''. E anche Pierluigi Bersani, all'epoca responsabile economico dei Ds, si lamento' per questa nuova tassa ''sull'amore, sugli innamorati''.

Alla fine il sottosegretario affido' ad un comunicato la sua 'difesa': si e' fatto ''Tanto rumore per nulla'' perche' non e' ancora una proposta, ma solo un'idea. E non riguarda tutti i messaggini, ma solo quelli del traffico business. ''E' davvero stupefacente – affermava Magri – leggere commenti ad una proposta mai presentata''. E che alla fine, dato il clamore, nessuno presento' piu'.

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