ROMA – Tasse: 2 mld pesa la spada di Damocle della clausola di salvaguardia. Affinché sia garantito almeno il modesto sgravio fiscale con cui il Governo ha cancellato la prima rata Imu e iniziato a onorare i debiti con le imprese, bisogna augurarsi che i tecnici dell’Economia abbiano fatto le previsioni giuste: se dal maggior gettito Iva non arriverà circa un miliardo e se alla stessa data non saranno entrati nelle casse dell’erario 600 milioni di introiti della sanatoria (slot-machine in primis) scatteranno aumenti automatici di accise (benzina, sigarette) e acconti Irpef e Irap.
Il 31 gennaio 2014 invece dovrà essere andata a segno la piccola riforma sugli oneri detraibili (tax expenditures) al 19% che consenta il recupero di quasi mezzo miliardo di euro: altrimenti, altra tagliola automatica, le detrazioni fiscali diminuiranno al 18% per il periodo d’imposta 2013 e al 17% nel periodo d’imposta 2014. Il taglio lineare così concepito, pesa come una spada di Damocle più gravemente sui redditi bassi: la perdita media fino a 15 mila euro di reddito sarebbe di 20 euro mensili.
A parte l’aumento delle accise e (quello degli acconti almeno sarà recuperato il prossimo anno) di cui ci accorgeremo al distributore e dal tabaccaio, il taglio agli oneri detraibili avrebbe conseguenze sulle detrazioni per la spesa sanitaria, sulle assicurazioni, sugli interessi del mutuo casa, e su tutto il complesso delle spese detraibili. Chi le chiama clausola di salvaguardia, chi paracadute, sta di fatto che nella Legge di Stabilità si nasconde un capitolo tasse da 2 miliardi subito e di 20 miliardi se nel prossimo triennio la benedetta spending review non sortirà gli effetti desiderati.