ROMA – Tasse, premio a chi dichiara di meno. Nel 2016 l’ Irpef la pagano praticamente solo lavoratori dipendenti e pensionati. Sono 172 i miliardi di Irpef incassati dallo Stato nel 2016, di questi il 60 per cento viene dalle “trattenute alla fonte” su stipendi e salari e un altro 34 per cento viene dalle trattenute in busta sull’assegno dei pensionati. Da imprenditori, commercianti e professionisti viene solo il 5 per cento dell’Irpef pagata.
Che l’Irpef la paghino praticamente solo quelli a cui lo Stato la trattiene automaticamente non è proprio una novità, è così da molto tempo e non è certo ignoto. Quel che Alberto Brambilla e Paolo Novati spiegano è come e perché succeda e la notizia, e che notizia, è che il sistema fiscale incrociato con quello del welfare fa in modo che ci siano milioni di italiani di fatto a carico di chi paga l’Irpef. E la notizia diventa più che inquietante quando si scopre che chi mantiene l’altro non è il più ricco, anzi. E chi è a carico degli altri non è il più povero, neanche per sogno. Il legno storto del fisco italiano non è storto dunque nella direzione e nel modo in cui troppo spesso ce la raccontano e ce la raccontiamo.
Anzi, quasi tutti i luoghi comuni in materia sono appunto luoghi comuni infondati e sballati.
Il primo: lo Stato ci lascia soli. Soli? In Italia nel 2016 sono stati prodotti redditi per 833 miliardi. Dallo Stato sotto forma di pensioni, assistenza a vario titolo e stipendi di questi 833 miliardi ne sono venuti 455. Più della metà del reddito, dei redditi degli italiani viene dallo Stato, più della metà!
Il secondo: trascurati i più poveri. Trascurati? Il 60 per cento dei contribuenti italiani, quelli a basso e medio reddito, paga sotto forma di Irpef, circa 17 miliardi. Riceve, sotto la sola voce Sanità, servizi pubblici per 50 miliardi.
Il terzo e il più grande: fate pagare più tasse ai ricchi e…I ricchi in Italia sono pochi, pochissimi quelli ufficiali, sopra i 300mila euro dichiarati 20 mila contribuenti, lo 0,10%. Anche a voler scendere a 100 mila euro di reddito dichiarato non si va oltre le 400 mila persone che già pagano in tasse la metà del loro reddito.
Non è invece né luogo né nozione comune la vera stortura e ingiustizia del sistema fiscale: il suo incentivare a dichiarare il meno possibile premiando chi meno dichiara. Il premio è in agevolazioni, sussidi, servizi pubblici a chi dichiara meno. Dichiarazioni al ribasso dei redditi che non hanno riscontri nell’osservazione della realtà e che comunque non hanno reali controlli. Dichiarazioni al ribasso dei reali redditi che sono inibite, vietate di fatto prima che per legge a lavoratori dipendenti e pensionati (si trattiene alla fonte). E permesse di fatto, anche se non di legge, al vasto mondo dell’impresa e lavoro autonomo che non a caso paga alla fine il 5% dell’Irpef.
E’ il premio a chi dichiara di meno che fa il sistema strutturalmente ingiusto. Fisco e Welfare premiano in servizi, esenzioni e sussidi pubblici chi si dichiara indigente o addirittura povero ma non lo è. Così che accade che il 78 per cento degli autonomi (7,5 milioni di contribuenti ufficiali, se ne stimano altri due milioni che si celano al fisco) dichiari redditi annui non superiori ai 15 mila euro…lordi! Così accade che una ingente spesa sociale vada in amplissima misura a chi non ne avrebbe effettivamente bisogno e probabilmente viceversa.
E così accade che, almeno dal punto di vista fiscale, 20 milioni di lavoratori dipendenti paghino il welfare di 10 milioni di lavoratori autonomi.
E così accade anche che sempre quei 20 milioni di lavoratori dipendenti, insieme ad una decina di milioni di pensionati, paghino via Irpef la pensione ad altri otto milioni di pensionati che ricevono assegno senza aver quasi versato contributi o quasi pagato Irpef, guarda caso ancora quelli che per una vita dichiarano basso e incassano premio.