ROMA – Tasse. Studi di settore più indulgenti, ma pressione fiscale al 52%, record. La pressione fiscale vola e nel quarto trimestre del 2012 tocca il 52%, un valore record assoluto, con un balzo di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La media annua, sempre record, si attesta invece al 44% (+1,4 punti sull’anno precedente). Il rilevamento Istat fotografa la situazione attuale della presa del Fisco che, almeno in parte, si sta cercando di allentare almeno per quanto riguarda gli Studi di Settore.
Ai nuovi parametri sono interessati 3,7 milioni di contribuenti, imprese, lavoratori autonomi, professionisti, partite Iva. Siccome dall’esame delle dichiarazioni Iva (un gettito calato dell’1,9%) e dai vari osservatori regionali si è compreso che la recessione ha ridotto i margini della redditività, l’Agenzia delle Entrate terrà conto dell’impatto della crisi sui ricavi. Gli Studi di Settore hanno previsto correttivi suddivisi in quattro categorie. La prima considera la durata delle scorte. La seconda l’aumento del prezzo della benzina. La terza verifica l’impatto della riduzione delle tariffe. La quarta riguarda i pagamenti non corrisposti a fronte di forniture e prestazioni offerte. Peccato, che questo allentamento non valga per tutti, sostiene Enrico Marro a conclusione del suo articolo sulla questione (Corriere della Sera, 5 aprile):
“Una boccata d’ossigeno non prevista per i lavoratori dipendenti e i pensionati, che non recuperano neppure il fiscal drag, cioè le maggiori imposte pagate per effetto dell’aumento nominale dei redditi dovuto all’inflazione”.