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Tassi di interesse ancora su, Lagarde: “E non abbiamo ancora finito”. Ecco di quanto crescono i mutui

I tassi d’interesse cresceranno ancora di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4%, quello sui depositi al 3,50%, e quello sui prestiti marginali al 4,25%. La comunicazione arriva dalla Bce, la Banca Centrale Europea. E Christine Lagarde, la presidente, in conferenza stampa spiega che sui rialzi dei tassi “non abbiamo finito. Non siamo ancora a destinazione”.

Bce alza i tassi, Lagarde: “E non abbiamo ancora finito” 

La Lagarde ha spiegato che “le prospettive economiche restano altamente incerte” come effetto della guerra tra Russia e Ucraina e dell’aumento delle tensioni geopolitiche. La presidente ha sottolineato che “l’inflazione ha iniziato a scendere ma rimane troppo elevata troppo a lungo”.

A luglio nuovo rialzo

“E’ molto probabile che continueremo ad alzare i tassi di interesse a luglio a meno che non ci sia un cambiamento concreto del nostro scenario”. Lagarde ha poi aggiunto che “non siamo soddisfatti dell’outlook sull’inflazione” spiegando che la discussione nel Consiglio direttivo della Bce è stata “armoniosa, molto buona”, e la decisione sul rialzo dei tassi è stata presa “con un consenso molto molto ampio”. 

E ancora: “Non vediamo una spirale salari-prezzi”, anche se “la persistenza dell’inflazione di fondo è legato al costo per unità di lavoro“. La Lagarde ha poi aggiunto che “l’andamento del mercato del lavoro e dell’occupazione sono buone notizie”.

Quanto costano ora i mutui

Con il nuovo rialzo della Bce di oggi l’incremento della rata di un mutuo variabile da 160mila euro raggiungerà il 72% (+ 339 euro al mese) rispetto al gennaio 2022. Lo afferma l’osservatorio di Mutuionline.it secondo cui i tassi variabili sono ormai molto meno convenienti dei fissi. A maggio il tasso variabile medio delle richieste raggiunge il 4,36%, mentre il fisso è stabile al 3,70.

L’osservatorio nota come si siano dimezzate le richieste di tasso variabile rispetto al primo trimestre dell’anno (7,6% contro 14,7%). Il fisso si conferma quindi la scelta più sicura. Sale l’importo medio richiesto (131.156 euro), ma aumenta la tendenza dei mutuatari a versare maggiori anticipi (+13,6% di mutui con Loan to value sotto il 60% rispetto al 2022).

In questo contesto sono prevalentemente i consumatori con le fasce di reddito più elevate che richiedono dei mutui. Rrispetto al secondo trimestre 2022, il reddito medio dei richiedenti è aumentato di quasi 450 euro (2.761 euro contro 2.315 euro), portando la quota di richiedenti con reddito mensile sopra i 2.000 euro al 42,4% del mix, rispetto al 29,8% dello scorso anno. “Chi non ha risparmi da investire sta temporeggiando nell’attesa che i tassi scendano un po’” sottolinea.

E sulla questione, la confederazione degli artigiani ha scritto una nota sottolineando che “la scelta della Bce risulta ancor meno comprensibile tenuto conto che diversi Paesi europei sono finiti in recessione. Di certo la stretta monetaria non li aiuterà a uscirne, anzi ne condurrà altri alla crescita negativa. In Italia la decisione è destinata a danneggiare gravemente famiglie e imprese, soprattutto artigiane, micro e piccole, che per finanziarsi ricorrono soprattutto al credito bancario. Di conseguenza, la crescita dei tassi si ripercuote automaticamente sulla loro situazione finanziaria e può addirittura mettere a rischio la sopravvivenza delle più fragili”.

 

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