Telecom, dopo l’Argentina potrebbe vendere anche in Brasile

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2013 - 21:07 OLTRE 6 MESI FA
Telecom, dopo l'Argentina potrebbe vendere anche in Brasile

Telecom, dopo l’Argentina potrebbe vendere anche in Brasile

MILANO  – Dopo l’Argentina Telecom potrebbe vendere anche in Brasile. Perché Tim Brasil è strategica ma di fronte a un’offerta irrinunciabile Telecom riconsidererebbe il suo no alla vendita. A sintetizzare la posizione del gruppo è Michele Azzola, segretario della Slc-Cgil, che con le altre sigle sindacali si prepara a scendere in piazza e chiede al governo di aprire un tavolo sul gruppo e sull’intero settore delle tlc. Intanto Assogestioni e Telco sono al lavoro sulle candidature per l’assemblea del 20 dicembre, chiesta da Marco Fossati per la revoca del Cda.

”Patuano ha fatto un giro di parole: ha detto che il Brasile è strategico ma ha anche detto che se arrivasse un’offerta sarebbe in vendita”, afferma Azzola al termine di un incontro dei sindacati con l’a.d Marco Patuano. Più sfumata la versione di altri presenti all’appuntamento, secondo i quali il manager avrebbe aperto all’idea di uscire dal Brasile, dopo l’Argentina, se per Tim Brasil arrivasse ”un assegno in bianco”.

Telecom, da parte sua, ha in seguito affermato che nel corso dell’incontro è stata confermata alle organizzazioni sindacali la natura strategica del Brasile che continua a rappresentare per la società un mercato core. ”Tim Brasil è un attivo strategico del gruppo dove vogliamo continuare a crescere e aumentare i nostri investimenti”, ha affermato Patuano.

Sul mercato, che alla vendita del Brasile ci punta non da oggi, l’idea di un addio al Sudamerica non suona così peregrina. Sebbene Patuano dieci giorni fa, all’indomani del varo del piano industriale, abbia sottolineato in conferenza stampa che il Cda di Telecom aveva condiviso ”l’opportunità strategica di rimanere in Brasile nell’interesse di tutti gli azionisti”, il nodo Telefonica andrà sciolto. Per prendere le redini di Telco il gruppo spagnolo dovrà infatti ottenere il via libera dell’antitrust brasiliana, che non consente una presenza di Telefonica nel Paese sia tramite Telecom-Tim Brasil sia con la propria controllata Vivo. Lo scenario che emerge negli ambienti finanziari è che nel giro di pochi mesi potrebbe arrivare sul tavolo di Telecom un’offerta delle società attive sul mercato carioca, che poi si spartirebbero le attività di Tim Participacoes eliminando un concorrente. Una proposta potrebbe arrivare dalla stessa Telefonica, magari in tandem con l’operatore locale Oi (ora alleato coi portoghesi), ben visto dal governo di Brasilia, e senza necessariamente un contributo di Claro, il marchio del messicano Carlos Slim.

Quanto all’incontro Patuano-sindacati ”non si è parlato di esuberi” e ”non sono state escluse nuove assunzioni, perché c’è bisogno di competenze tecnologiche specifiche e di un mix professionale diverso”, ha riferito Giorgio Serao, della Fistel-Cisl.

”Nel breve non ci sono preoccupazioni, gli aspetti positivi sono la decisione di non scorporare la Rete e la conferma della strategicità del Brasile ma permangono alcune criticità e si aprono riflessioni sul medio-lungo periodo”, ha osservato il segretario nazionale della Uil-Com, Salvatore Ugliarolo. ”Il Governo – ha aggiunto anche a nome delle altre sigle confederali – deve prendere posizione e convocare un tavolo che partendo da Telecom allarghi la riflessione a tutto il settore delle tlc”. Il 26 novembre è in programma un coordinamento delle Rsu per valutare le iniziative possibili, tra cui una manifestazione nazionale.