ROMA – Telecom. Esce Telefonica entra Vivendi. Bolloré guarda alla rete e a Berlusconi. In sole tre settimane Vivendi mette la firma sotto l’offerta di Telefonica, cede Gvt ed entra in Telecom dove sarà il primo azionista con l’8,3% del capitale ordinario. Nelle sue prime dichiarazioni Vincent Bolloré, presidente del gruppo francese, si dice intenzionato a un investimento di lungo periodo. In questo caso sarebbe possibile sviluppare sinergie industriali nella impostazione della strategia media e l’uscita di Telefonica è comunque un evento positivo, commentano gli analisti sottolineando la fisionomia sempre più da public company del gruppo italiano.
Vivendi (8,3%) e Marco Fossati (5%) sarebbero così gli unici azionisti rilevanti. Tra i soci italiani Mediobanca ha indicato infatti di voler vendere la sua quota (1,64%) entro giugno 2015, Intesa ha inserito nel suo piano al 2017 la decisione di vendere la sua (1,64%) e Generali, che possiede il 4,32% ha messo la partecipazione fra gli asset destinati alla vendita. Il rafforzamento di Telefonica in Brasile, se Anatel e Cade, rispettivamente Authority per le tlc e Antitrust brasiliani, daranno il via libera all’operazione, dovrebbe realizzarsi prima di giugno 2015.
I dubbi riguardano piuttosto le intenzioni di Bolloré: è a capo di una media company e se in Francia cede le attività telefoniche, in Italia potrebbe pensare proprio alla distribuzione di contenuti premium – dal cinema alla musica – attraverso la banda larga di Telecom. Il finanziere ha avviato contatti con la famiglia Berlusconi per valutare un investimento – attraverso Canal Plus – in Mediaset Premium dopo che la stessa Telefonica ha rilevato l’11%.
Telecom Italia, d’altra parte, dopo aver ceduto La7 lavora si sta concentrando sulla distribuzione di contenuti. Lo dimostra l’accordo – non esclusivo – con Sky: da gennaio il segnale della pay tv di Rupert Murdoch arriverà oltre che dalla parabola anche dalla fibra ottica di Telecom.
L’accordo, firmato il 18 settembre, prevede un pagamento di 4,66 miliardi in contanti, da cui saranno detratti un debito bancario di circa 450 milioni di euro e rettifiche di capitale circolante e azioni di Telefonica Brasil pari a circa il 12% post fusione con Gvt. Telefónica cederà poi la sua quota in Telecom (1.110 milioni di azioni ordinarie pari all’8,3% del capitale votante e al 5,7% del capitale sociale complessivo) in cambio del 4,5 % del capitale di Vivendi nella società risultante dalla integrazione tra Telefonica Brasil e Gvt. I
In Italia invece si scalda un altro dossier, quello delle reti. Le banche d’affari che hanno mandato per trovare nuovi soci alla joint venture nata tra Ti Media e L’Espresso (Persidera), Mediobanca e Banca Imi, stanno sondando l’interesse dei fondi, da F2i a Clessidra e secondo indiscrezioni la valutazione fatta dai venditori sarebbe tra i 450 e i 500 milioni di euro. L’interesse del fondo guidato da Claudio Sposito c’è, confermano fonti qualificate, anche se ‘acerbo’ ma la controllata di Telecom, per la quale nel 2013 aveva presentato un’offerta per conquistarne prima una parte e poi tutta intera, è da sempre nel mirino.