Telefonica deve diluire la presenza in Brasile o dire addio alla Telco

Tim Brasile
Tim Brasile

MILANO  L’Antitrust brasiliano ha messo Telefonica davanti a un bivio: se vuole Vivo deve diluire la sua presenza in Brasile oppure uscire da Telco, attraverso la quale indirettamente controlla Tim Brasil.

E in Italia chi osteggia il rafforzamento degli spagnoli in Telecom, da Findim ai piccoli azionisti Asati fino ai sindacati, chiedono che Governo e Consob intervengano e accertino il controllo di fatto. Questa è per l’appunto una delle piste investigative che la Commissione sta seguendo da settembre, insieme a quella che dell’operazione tra parti correlate, per quanto riguarda l’operazione convertendo e la cessione dell’Argentina, o del conflitto d’interesse. Il cda di Telecom si è riunito oggi proprio per poter dare le risposte alla Commissione lasciate in sospeso e per integrare quelle di lunedì ritenute incomplete (per esempio il nome del terzo socio che ha avuto un trattamento prioritario nel processo di allocazione delle obbligazioni oltre a Telefonica e Blackrock) e domattina, prima dell’apertura dei mercati, verranno rese note.

La Commissione, dopo la pronuncia del Cade, si è rivolta anche a Telefonica chiedendo di render nota la propria posizione, in forza del Tuf che le permette di estendere questa richiesta a qualsiasi società, anche straniera se controlla o partecipa a patti parasociali di società quotate in Italia. Una risposta non si avrà prima di settimana prossima, trovandoci alla vigilia della festa nazionale (Giorno della Costituzione) e, da quanto si apprende, gli uffici legali dell’operatore spagnolo sarebbero al lavoro anche per rispondere al Cade con un ricorso contro il pronunciamento e la multa (5 milioni di euro per gli spagnoli).

Nel mirino del Cade è finita anche Tim Brasil (330mila euro di multa) accomunata a Telefonica nella violazione degli accordi del 2010 che prevedevano la separazione delle due società concorrenti sul mercato brasiliano. ”La decisione del Cade ha impatto ‘zero’ sull’operatività della società – ha subito chiarito il ceo Rodrigo Abreu -. E’ solo Telefonica a dover vendere le sue azioni” e ”Telefonica non può forzare la vendita” di Tim Brasil ha dichiarato, stoppando le speculazioni.

Tim Brasil “è una bella azienda, abbiamo già dichiarato che è strategica” ha risposto invece, a margine del cda, l’ad di Telecom Italia, Marco Patuano a chi gli chiedeva se ci fosse l’intenzione di vendere la controllata brasiliana dopo il diktat dell’antitrust del paese sudamericano a Telefonica. “Sento dire di una fusione tra ViVo, la filiale brasiliana di Telefonica, e Tim Brasil con la conseguente cessione di parti della combined entity agli altri operatori del grande paese sudamericano. Sarebbe uno spezzatino a prezzo vile. Se l’operatore pubblico locale ne avesse un vantaggio, il Cade potrebbe avallare il pateracchio” ha commentato da osservatore il senatore Massimo Mucchetti. ”Vorrei ancora credere che Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo, tuttora azionisti di controllo di Telco, non se ne vogliano lavare le mani ma più di loro non se ne può lavare le mani il governo. Se Telefonica intende smembrare il gruppo che, almeno, lanci un’Opa”.

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