Anche da noi in Italia è possibile chiedere un risarcimento dopo aver subito chiamate riconducibili a pratiche di telemarketing aggressivo.
Di recente, l’AGCOM, la Commissione per le infrastrutture e le reti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha inflitto una pesante sanzione da 240.000 euro alla società WIS Telecom S.r.l. per violazioni legate all’uso illegittimo di risorse di numerazione italiane. In pratica, la società romana WIS Telecom aveva fornito un servizio di comunicazione elettronica a un utente estero favorendolo nell’uso illegittimo di numeri italiani (senza avere i relativi diritti d’uso).
La società straniera era l’albanese Voip Albano Sh.p.k., non autorizzata nel nostro a fare telemarketing Paese e nemmeno iscritta nel registro dei soggetti autorizzati a Tirana. Secondo quanto stabilito dalle indagini, la Voip ha sfruttato i numeri segnalati dalla WIS, o meglio, senza che la WIS effettuasse i necessari controlli di sicurezza, per operazioni di spoofing telefonico.
Lo spoofing è una tecnica fraudolenta collegata al telemarketing aggressivo che consiste nell’occultare o manipolare l’identificativo del numero da cui parte la chiamata per far sembrare che la telefonata provenga da un numero diverso. Dopo diversi accertamenti su parecchie società attive nel settore dei servizi di comunicazione elettronica, l’AGCOM, insieme alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato, ha bloccato la Voip e ha multato la WIS Telecom.
E tutto questo grazie a una segnalazione fatta da un consumatore, che si era lamentato con la WIS si ricevere almeno duecento chiamate al giorno da soggetti sconosciuti. E non è la prima volta che la società romana WIP viene sanzionata. Era già successo nell’estate del 2023, e sempre per gli stessi motivi: fornitura di servizi a utenti esteri senza autorizzazione, uso illegittimo di risorse di numerazione e mancanza di controlli di sicurezza.
L’AGCOM interviene contro il telemarketing aggressivo: così si può chiedere un risarcimento
Il Garante per la protezione dei dati personali può intervenire in caso di violazioni delle norme sul telemarketing. In quest’ottica, chi riceve chiamate promozionali, nonostante abbia precedentemente espresso un formale rifiuto, può segnalare l’accaduto e denunciare l’evento per poter ottenere un risarcimento economico. Alla base, però, è necessario che l’interessato abbia già adottato tutte le strategie valide per difendersi dalle chiamate moleste.
La prima cosa da fare è iscriversi al registro pubblico delle opposizioni. Tale registro permette a ogni consumatore di esprimere la propria volontà di non ricevere telefonate commerciali. L’iscrizione è gratuita. Si può fare in pochi minuti online, sul sito ufficiale del registro, oppure tramite raccomandata A/R. In generale è sempre consigliato bloccare i numeri sconosciuti o indesiderati con un filtro antispam. Ci sono anche tante app dedicate che agiscono da filtri con blocco delle chiamate di sospetto telemarketing selvaggio.
Inoltre è importante segnalare le violazioni subite al Garante. Soltanto grazie alle segnalazioni, infatti, l’autorità può intervenire nei confronti delle aziende che violano le norme sulla privacy e infliggere loro delle sanzioni. Il risarcimento va deciso da un giudice e quindi avviene solo dopo una denuncia. L’esposto è giustificato in caso di truffa o estorsione di informazioni personali o finanziarie. In ogni caso, è consigliabile conservare le prove della chiamata. Bisognerebbe quindi registrarla. In caso contrario, difficilmente la denuncia sarà efficace.
Bisogna ricordare che il codice del consumo riconosce il diritto di revocare il consenso al telemarketing in qualsiasi momento, senza alcuna penalizzazione. E se dopo la revoca le chiamate continuano ha sempre senso rivolgersi a un avvocato per chiedere un risarcimento danni.