TERNI – Gli operai dell’acciaieria sui binari della stazione di Terni, due treni fermi, bloccati e, per ora, una protesta tanto drammatica quanto non ancora violenta. E’ la forma che ha assunto nel pomeriggio il dramma acciaierie a Terni: la ThyssenKrupp ha messo in mobilità 500 lavoratori dell’Ast (Acciai Speciali Terni) dopo la rottura della trattativa con i sindacati la notte scorsa. Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, dà la colpa ad azienda e sindacati e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si dice preoccupato, mentre l’assemblea dei lavoratori indice uno sciopero per l’intera giornata.
Quella di Terni è infatti una sconfitta anche per il governo Renzi, che per mesi ha tentato una mediazione con l’azienda mettendo in campo il ministro dello Guidi, che oggi dice:
“Azienda e sindacati sono stati troppo rigidi nella contrattazione aziendale. Il piano è profondamente cambiato, con 100 milioni di investimenti in 4 anni”.
La misura della mobilità era stata indicata nel piano industriale presentato lo scorso 17 luglio, che prevede anche la chiusura del secondo forno dell’impianto entro il 2016.
Le cause, secondo una nota diramata dalla stessa Ast, sono
“la nota crisi del mercato siderurgico, le gravi ricadute produttive, l’ottimizzazione dei costi e al piano presentato il 17 luglio scorso”.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, non si arrende e dice: “Non abbandoniamo e continueremo a resistere”. Anche la Fim-Cisl rilancia: “Noi non gettiamo la spugna, ha spiegato Marco Bentivogli, segretario nazionale Fim, vogliamo riaprire il negoziato”.
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