Imu e Irpef tornano per i terremotati. Emilia: “Esenti fino a dicembre 2013”

(LaPresse)

BOLOGNA – I terremotati dell’Emilia Romagna dovranno pagare l’Imu dal 1 ottobre. Ed anche l’Irpef e le altre tasse. I tempi delle agevolazioni fiscali sono finiti, l’Agenzia delle Entrate non è più disposta a fare sconti. Ma così i terremotati dell’Emilia si ritroverebbero a pagare l’Imu per case inagibili, in cui non possono nemmeno entrare, o l’Irpef per aziende distrutte. Motivo per cui il governatore della Regione, Vasco Errani, è pronto a dare battaglia al governo: “Vogliamo la proroga delle esenzioni fino al 2013”.

L’Agenzia delle Entrate, in una nota del 16 agosto, ha dichiarato: “La scadenza del termine di sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari rimane fissata al 30 settembre 2012 fermo restando la possibilità di regolarizzare entro il 30 novembre 2012, senza applicazione di sanzioni e interessi, gli adempimenti concernenti le ritenute e relativi al periodo dal 20 maggio all’8 giugno 2012”.

Errani, che è anche Commissario per la ricostruzione, il 17 agosto ha annunciato: “Torneremo a lavorare sulla richiesta di rinvio di tutti i pagamenti per chi ha la casa inagibile o ha avuto danni all’azienda. Chi ha avuto la casa inagibile non può pagare l’Imu anche nel 2013, un imprenditore che ha avuto danni non deve pagare le tasse nel 2013”.

Il presidente della Regione Emilia Romagna è pronto a difendere la sua posizione anche davanti al governo, con una risposta positiva che è arrivata dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri: “Le trattative non sono ancora chiuse”.

Con i terremotati anche Confesercenti, con Massimo Silingardi che ha dichiarato: “Lo stato ha deciso di far pagare le tasse ai terremotati dall’1 ottobre e questa è una scelta incomprensibile che non tiene conto della realtà. Una decisione grave, offensiva per chi sta cercando, con enormi sacrifici, di tornare alla normalità”.

Forti le reazioni di solidarietà ai terremotati sia dal Partito della Rifondazione Comunista che dal Pdl, che si schierano perché i cittadini non paghino tasse a nemmeno un anno dal sisma. E se la decisione dell’Agenzia delle Entrate è dettata da un necessario rigore di bilancio, ecco che spuntano i suggerimenti per tagliare altrove i fondi necessari: “Ad esempio evitando spese per opere dannose e inutili, come la Tav in Val di Susa e il ponte sullo stretto di Messina o l’acquisto di 90 cacciabombardieri per 15 miliardi di euro”.

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