ROMA – Tfr in busta paga, come si calcola. Come funziona la tassazione separata. Sull’ipotesi di anticipo del Tfr in busta paga c’è ancora grande incertezza ma già arriva un no ”corale” oltre che dalle piccole e medie imprese anche da parte di Cgil, Cisl e Uil che ricordano come questi siano ”soldi dei lavoratori” e non possano essere considerati come un’elargizione del Governo.
L’ipotesi allo studio è ancora tutta da dettagliare. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha inizialmente parlato di metà dell’importo del Tfr maturando in busta paga, ma poi ha ipotizzato che possa essere anticipato l’intero importo.
Non è inoltre definito se la liquidazione possa essere anticipata mese per mese o in un’unica soluzione annua, mentre resta da capire quale potrà essere la tassazione alla quale sarà assoggettata dato che l’imposizione sul Tfr che si prende al termine del rapporto di lavoro è agevolata rispetto al reddito da lavoro. Non è chiaro inoltre quale potrà essere la compensazione per le imprese sotto i 50 dipendenti che utilizzano le quote di Tfr per autofinanziarsi (il Tfr è rivalutato solo all’1,5% oltre il tasso di inflazione, quindi molto al di sotto di un normale tasso su un prestito).
Un altro problema ci sarebbe sulla copertura del buco che si creerebbe per il ministero dell’Economia che gestisce ogni anno il Tfr dei lavoratori delle imprese con oltre 50 dipendenti che non hanno optato per la previdenza integrativa (il fondo presso l’Inps nel quale confluiscono circa cinque miliardi l’anno).
Come si calcola il Tfr. Il Tfr corrisponde a circa una mensilità all’anno: si ottiene dividendo la retribuzione lorda per 13,5 e sottraendo la contribuzione dovuta all’Inps nella misura dello 0,5 per cento. Facciamo l’ipotesi che la retribuzione annuale per il 2013 sia stata di 20mila euro (traiamo l’esempio dal Sole 24 Ore). La quota di Tfr maturata 2013 al lordo del contributo Inps: sarà pari a 20mila euro diviso 13,5 = 1.481,48 euro.
La quota annua del contributo Inps (a carico del datore di lavoro) è pari a 20mila x 0,5% = 100 euro. La quota di Tfr per il 2013 al netto del contributo Inps sarà, quindi, data da 1.481,48 euro – 100 euro = 1.381,48 euro. Ogni anno il fondo accantonato deve essere rivalutato dal datore di lavoro sulla base degli indici Istat.
La tassazione separata del Tfr. Il prelievo fiscale varia a seconda del numero di anni e frazioni di anni di anzianità di servizio. Il risultato è una tassazione separata che di regola è sensibilmente più bassa dell’aliquota Irpef ordinaria. L’imposta calcolata non è applicata a titolo definitivo poiché viene successivamente riliquidata da parte dell’agenzia delle Entrate, in base all’aliquota media di tassazione dei 5 anni precedenti a quello in cui maturato il diritto alla percezione del Tfr. Nel caso in cui l’importo dovuto sia superiore, è direttamente il Fisco a chiedere al contribuente di versare la maggiore imposta.
Resta ancora tutta aperta la partita sulla tassazione in capo al lavoratore, che potrebbe essere fortemente penalizzato da un passaggio da una tassazione separata, come avviene oggi con un’aliquota Irpef calcolata sulla media degli ultimi cinque anni (oggi tra il 23 e il 26%), a una tassazione ordinaria ad aliquota marginale Irpef, che potrebbe toccare anche il 43% nei casi di redditi più elevati. A scongiurare ogni aggravio di tassazione è stato ieri sera il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, intervenendo alla trasmissione “Ottoemezzo” su La7. (Marco Mobili, Sole 24 Ore)
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