Tito Boeri, il presidente Inps che vorrebbe imitare Goebbels e vedere morti i pensionati d’oro per risparmiare un po’, smentisce quello che ha detto. E nega di averlo detto. Ha scritto a Salvatore Rotondo, leader di un gruppo di giornalisti pensionati, una mail molto stizzita, arrogante e al limite dell’insulto.
Alla lettera aperta di Rotondo, che rilevava un clamoroso autogol nelle parole di Boeri, lo stesso Boeri ha infatti replicato negando di avere mai detto quello che è stato riportato, senza smentite, dalle agenzie di stampa e con cui è entrato in polemica un sindacalista di livello nazionale, Romano Bellissima, segretario generale della Uil Pensionati.
Si era mosso anche il Governo a stoppare Boeri, per bocca del sottosegretario Tommaso Nannicini. Nannicini aveva escluso con fermezza qualsiasi intervento sulle pensioni. Di quella gente lì c’è poco da fidarsi, ma lo schiaffo in pubblico è stato rimarchevole.
Di fronte a tutte le polemiche, Boeri era stato ben zitto. Poi, improvvisamente, la sera del 30 dicembre, Salvatore Rotondo ha diffuso via mail il testo della risposta di Boeri. Perché il presidente Inps è arrivato al punto di smentire se stesso?
La chiave forse è nella originalità delle osservazioni di Rotondo, che è andato oltre la giusta indignazione provata da milioni di cittadini. Rotondo ha infatti messo in evidenza il clamoroso autogol di Boeri.
1 Gli attuari, con il loro studio, hanno messo in mano agli avvocati un argomento assolutamente vincente nei ricorsi che in questi mesi stanno piovendo a migliaia contro il taglio della perequazione e contro i tentativi degli Istituti di previdenza di tagliare amministrativamente le pensioni. L’intelligentissimo Tito Boeri non se ne è minimamente reso conto prendendo una sbandata spaventosa.
2 Eticamente discutibile è la pretesa di arrogarsi il diritto di allungare la vita a una parte della popolazione per accorciarlo ad un’altra.
3 Riversando sui pensionati più indigenti il rispamio ottenuto dai tagli delle erogazioni più alte si otterrebbe un’allungamento delle speranze di vita dei primi [ma] le maggiori e le minori erogazioni si annullerebbero nella somma algebrica. Vanificando quell’ulteriore risparmio che Lei si augura. Quindi l’effetto non è la ridistribuzione di risorse e di speranze di vita. Ma il taglio di entrambe.
Probabilmente è stato il riferimento giudiziario a provocare un terremoto ai piani alti Inps, fino a spingere Boeri a scrivere, con un insopportabile tono da maestrino:
Caro Rotondo,
(laddove Rotondo aveva scritto Esimio Presidente Boeri)
“la ringrazio per l’attenzione con cui segue i miei interventi. La pregherei di utilizzare la stessa attenzione nell’interpretare ciò che ho detto. Il testo che lei ha sbobinato con tanta cura contiene un affermazione difficilmente controvertibile: alla luce delle risultanze degli studi degli attuari, una redistribuzione che sposti un dato ammontare di risorse da chi ha pensioni alte a chi ha pensioni basse porterebbe a una riduzione della spesa pensionistica. Questo perchè, poniamo, i 100 euro tolti al pensionato “ricco” e dati invece al pensionato “povero” verranno mediamente percepiti da quest ultimo per meno anni di quanto sarebbe avvenuto nell’allocazione originaria. Questo avviene per le differenze nei tassi di mortalità documentate dagli attuari. e ci fa pensare che anche principi di equità attuariale (garantire a tutti lo stesso rendimento ai contributi versati) spingano verso una qualche parziale redistribuzione.
“In ogni caso il mio ragionamento era per dati tassi di mortalità delle due categorie di pensionati. non c’è alcuna evidenza empirica, del resto, che abbassare (marginalmente) le pensioni di persone abbienti ne aumenti la probabilità di morte. C’è invece moltissima evidenza che un livello di istruzione più alto comporti tassi di mortalità più bassi (presumibilmente perchè si hanno stili di vita che aumentano la longevità, ci si alimenta e ci si cura meglio, etc.).Io da tempo sostengo che bisogna aumentare il livello di istruzione degli italiani il che comporta una riduzione della loro mortalità. Quindi, come vede, mi batto per allungare la vita degli italiani al contrario di quanto lei sostiene.
“In altre parole la causalità opera esattamente nella direzione opposta di quanto lei sostiene”.
Un po’ come quello che alla domanda: dove vai? rispose: porto pesci.
Meritevole auspicare che gli italiani siano tutti un po’ più istruiti, ci sarebbero tanti seguaci in meno per Beppe Grillo. Ma di alzare il livello culturale degli italiani Boeri nel contestato intervento lui non ha proprio parlato. Eppure con Rotondo insiste:
“Per criticare le mie proposte di riallineamento delle pensioni più alte ai contributi versati si cerchino allora argomenti migliori e, soprattutto, si eviti la calunnia. Spero che lei riconoscerà il suo errore di interpretazione e diffonderà questa mia risposta con le stesse modalità con cui ha diffuso le sue letture distorte del mio pensiero. altrimenti dimostrerà a tutti che ha agito in mala fede”.
Questo è il testo sbobinato di Boeri e rilanciato da Rotondo:
“Uno degli aspetti forse più rilevanti che emerge da questo studio è il fatto che le prestazioni più generose, più alte, hanno tassi di mortalità significativamente più basse degli altri. E questo è un risultato interessante… certamente ci sono moltissime spiegazioni perché chiaramente c’è una correlazione tra prestazioni e livello di istruzione, tenore di vita delle persone, ma ha un’implicazione importante anche di politica economica perché ci dice che delle misure che dovessero intervenire in termini perequativi sui trattamenti pensionistici in essere… sono state formulate diverse proposte in tal senso nel dibattito di politica economica in Italia negli anni più recenti… probabilmente avrebbero un impatto sulla sostenibilità del sistema pensionistico ancora più forte di quello che è stato stimato assumendo che i tassi di mortalità, il coefficiente di trasformazione, fossero gli stessi per ogni categoria di ricettore e di beneficiario di rendite… di rendite pensionistiche. Quindi è un dato credo importante su cui occorre riflettere e che probabilmente ulteriormente rafforza l’idea che possibili interventi perequativi possano essere fonti anche di risparmi non irrilevanti nel nostro sistema pensionistico. È molto importante che i risultati che oggi vengono qui presentati sull’eterogeneità nei tassi di mortalità possano essere gradualmente indirizzati verso scelte di politica economica che dovranno essere fatte nel nostro Paese nei mesi futuri”.
A leggerlo bene, fa ancor più paura del primo giorno. In italiano vuole dire: tagliamo le pensioni più alte, li faremo morire prima, al pari dei pensionati più poveri. Questo che segue è il testo Ansa, che non risulta sia stato mai contestato da Boeri:
“Chi percepisce pensioni più alte ha un tasso di mortalità più basso della media nazionale e questo ci dice che interventi perequativi sugli assegni in essere avrebbero “un impatto sul sistema pensionistico ancora più forte” diventando una “fonte di risparmio importante”. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri aprendo il convegno dell’Ordine degli attuari che presentava uno studio sulla mortalità dei percettori di reddito in Italia. “Rafforza l’idea – ha detto a proposito dell’indagine che rileva un’aspettativa di vita a 65 anni più alta per chi percepisce pensioni più generose – che interventi perequativi potrebbero essere fonte di risparmio importante”. Non si risparmierebbe infatti solo sull’importo dell’assegno ma anche sulla durata della corresponsione dell’assegno.