Tonfo della sterlina sul dollaro: scenario di incertezza politica e finanziaria

Dopo Atene adesso è arrivato il turno di Londra? La Gran Bretagna teme che la speculazione stia per lanciare un duro attacco contro la sua moneta. La sterlina è infatti scivolata sotto l’1,5 contro il dollaro raggiungendo un minimo di 1,4780 (un calo di quasi il 3%), il minimo degli ultimi dieci mesi e perdendo punti importanti anche contro l’euro scambiato ora oltre 0,90 pence.

La speculazione costruisce nuove posizioni ma agisce sulla scorta di elementi reali. La caduta del pound va infatti declinata con due fenomeni: incertezza politica e approccio troppo leggero della banca centrale in un contesto di indebitamento globale che ha caricato Londra.

A spaventare più che il quadro finanziario globale è la dinamica di uscita da un’emergenza che Londra non conosce da molti anni. La questione è strettamente unita al mondo della politica, legato alla caotica e mutevole prospettiva elettorale. Non è un caso che la caduta della sterlina sia arrivata poche ore dopo l’annuncio di YouGov, uno dei più affidabili istituti di statistica e ricerca politica del Paese, che denunciava una forte ripresa di consenso popolare per i laburisti.

Se gli inglesi votassero oggi il 35% darebbe il proprio consenso a Gordon Brown e il 37 ai conservatori di David Cameron. Un margine che consegnerebbe la vittoria, in termini di seggi, a Brown anche se non abbastanza per garantirgli di sostenere da solo l’esecutivo. L’emergere con sempre maggiore probabilità di un parlamento senza maggioranza assoluta e quindi esposto ai venti di una coalizione con i liberaldemocratici, implica una prospettiva di riforma economica più vaga.

Prevarrà l’approccio statalista e incline alla spesa pubblica del Labour di Brown oppure quello più liberista del conservatorismo paternalista di David Cameron? E quindi quale sarà la ricetta? Tagli alla spesa con il rischio di soffocare un incipiente ripresa oppure una borsa più generosa con il conseguente peggioramento dei conti pubblici? Domande a cui i mercati rispondono in un solo modo: vendite sulla sterlina.

C’è incertezza anche sull’atteggiamento della Banca d’Inghilterra, che ha sospeso il suo programma di quantitative easing (aumento della moneta in circolazione) dopo aver immesso 200 miliardi sul mercato, aggiungendo però che non è una decisione definitiva. Una posizione attendista che i mercati non apprezzano. Il quadro completo è aggravato anche dall’aumento dell’inflazione che in Gran Bretagna resta più elevata rispetto agli altri paesi.

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