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Trattori nelle strade e nelle piazze, ma perché protestano? Ecco che cosa chiedono

Meno soldi al settore dai vari governi nazionali e dall’Europa e misure ambientali che sì hanno l’ambizione di combattere i cambiamenti climatici ma, nei fatti, dicono gli agricoltori, mettono in difficoltà le aziende agricole. Queste, in sintesi, le motivazioni che stanno spingendo i vari agricoltori europei a scendere in piazza, con tanto di trattori, in questi giorni. 

Ogni Paese europeo ha però delle diversità. In Germania, per esempio, il governo federale ha scelto di ridurre i sussidi agricoli e di aumentare le tasse dopo la sentenza della Corte Suprema che ha fatto luce su un piccolo buco di bilancio di circa 60 miliardi. In Francia il nuovo premier Gabriel Attal sta un po’ promettendo la qualunque pur di far rientrare la protesta: stop all’aumento delle tasse sul gasolio, semplificazioni burocratiche, no a nuove importazioni dal Sud America.

La protesta in Italia

E in Italia? In Italia i trattori minacciano protesta lunga, dura e pura contro, tra le tante cose, la carne coltivata, le farine d’insetti, le tasse, il gasolio e la svendita dei terreni. A guidare la protesta sembrerebbe tornato in campo Danilo Calvani, ex leader del Movimento 9 dicembre-Forconi, ora a capo degli Agricoltori Traditi.

“Siamo al disastro, tasse, accordi internazionali anche bilaterali con Paesi che permettono di portare qui merci a pezzi stracciati, ci stanno uccidendo e non abbiamo più rappresentanze sindacali”.

“Le grandi confederazioni agricole ci hanno tradito – dice -. Anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno prodotti italiani. Siamo allo stremo: si rischia una gravissima crisi alimentare a meno che non cominceremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica. Qui ci vogliono portare”.

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