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Tremonti: “Non aumenteremo le tasse, la manovra colpirà falsi invalidi ed evasori”

di luiss_vcontursi |18 Maggio 2010 17:07

Giulio Tremonti

La monovra finanziaria del governo non aumenterà le tasse e non farà sconvolgimenti sulle pensioni. Ci saranno solo dei “tagli etici” che faranno male solo ai “cattivi”. Tutti tranquilli, quindi, tranne i falsi invalidi” e “i veri evasori” che verrano invece colpiti pesantemente. Parola di Giulio Tremonti che annuncia:  “è ora di ridurre il peso della mano pubblica”. E sulla riduzione del 5% agli stipendi dei parlamentari dice: “E’ solo l’aperitivo”.

In una conferenza stampa al termine dell’Ecofin, il ministro dell’Economia promette che il governo italiano si impegnerà a ridurre le spese e sistemare i conti pubblici intervenendo prima di tutti sugli sprechi e sulla corruzione.

“Non aumenteremo le tasse e non ci saranno interventi sui più deboli – promette –  Non metteremo le mani in tasca ai cittadini ma ridurremo la spesa pubblica lì dove è meno produttiva e dove non ha un effetto recessivo”.

“Se si costruisce bene una correzione c’è anche una cifra etica”, sostiene Tremonti, ribadendo l’impegno dell’Italia a “ridurre il debito pubblico perché rappresenta un fattore di distorsione, ma noi non vorremmo che gli altri continuassero con gli antichi vizi di debito privato”.

Niente mutamenti nemmeno nel sistema pensionistico. Tremonti risponde così ad un cronista che lo interpella in merito: “Se lei mi chiede se stiamo stravolgendo il sistema pensionistico le dico di no, perché funziona bene. Abbiamo il sistema previdenziale più stabile d’Europa.

Tremonti assicura che l’Italia intende rispettare gli impegni presi con l’Unione Europea: “L’Italia ha ricevuto nel dicembre scorso indicazioni dalla Ue per la correzione dei propri conti pubblici – afferma – Noi intendiamo rispettare quegli impegni e quei numeri. Non c’è stato chiesto nient’altro”. Poi Tremonti aggiunge: “E’ ora di ridurre effettivamente il peso della mano pubblica”.

Sul fronte della spesa pubblica, afferma Tremonti, “c’é una vasta e ampia area di spesa improduttiva. Per esempio, c’è la spesa per l’invalidità che dal 2001 ad oggi, col Titolo quinto che ha dato alle Regioni poteri di spesa ma non di presa, è salita da 6 miliardi di euro a 16 miliardi di euro, un punto di Pil. E poi ci sono trasferimenti dal ministero degli Interni ad una platea di Comuni che ammontano a 15 miliardi ogni anno. Ci sono dunque enormi margini di intervento senza che si producano effetti distorsivi o recessivi. E quando dico ridurre la spesa pubblica dico che c’é un uso non appropriato del denaro pubblico”.

Quindi il ministro non è entrato nel dettaglio delle misure a cui si sta lavorando, limitandosi a dire, “dovranno preoccuparsi solo i falsi invalidi e gli evasori”.

Infine, parlando della proposta di Roberto Calderoli di ridurre del 5% gli stipendi dei parlamentari italiani, il ministro dell’Economia precisa: “Mi viene da sorridere. Per me è solo un aperitivo”.

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