Ubi Banca. Bergamo e Brescia, figli e generi di Bazoli e Zanetti “piezz’e core”?

Ubi Banca. Bergamo e Brescia, figli e generi di Bazoli e Zanetti "piezz'e core"?
Giovanni Bazoli. Nelle carte della Procura di Bergamo si parla della figlia e del genero

MILANO – Un articolo di Repubblica sui rapporti fra Emilio Zanetti e Giovanni Bazoli ha riacceso la polemica (con relativa promessa di azione legale di Giovanni Bazoli contro Diego Della Valle):

“Un sistema di potere incrociato, un chiasmo bancario composto da Emilio Zanetti, di Bergamo, e da Giovanni Bazoli, di Brescia, entrambi presidenti di consigli di sorveglianza, il primo ex di Ubi e il secondo di Intesa Sanpaolo”.

Walter Galbiati ha fatto ricorso a una figura retorica dal nome di origine greca, il chiasmo, per illustrare, su Repubblica, la

“morsa che ha permesso [a Emilio Zanetti e Giovanni Bazoli] di governare dalla fusione (2007) a oggi la quarta banca italiana nata dall’unione tra la Popolare di Bergamo e la Banca Lombarda e di estendere la loro influenza anche sul più importante istituto di credito italiano, essendo Ubi diventata a un certo punto anche azionista di Intesa Sanpaolo”.

Spiega Walter Galbiati che

“l’inchiesta aperta dal pm Fabio Pelosi punta a chiarire se e come le due associazioni di azionisti, la bergamasca Amici di Ubi, presieduta da Zanetti, e la bresciana Associazione Banca lombarda e piemontese, guidata col medesimo incarico da Bazoli,abbiano stilato un patto occulto per alternarsi al potere di Ubi”.

La Consob, aggiunge Walter Galbiati,

“nel corso di una delle ispezioni avvenute tra settembre e dicembre 2013, ha interrogato Zanetti che ha riconosciuto «di aver incontrato nell’estate del 2012 a titolo personale il prof Bazoli per chiarire l’efficacia degli atti fondativi»”.

Di ben altro invece, pensano alla Procura della Repubblica di Bergamo, hanno parlato Zanetti e Bazoli, di

“quel patto di alternanza che avrebbe permesso di coltivare all’interno della banca gli interessi familiari dei due presidenti, tanto che la lunga mano dei padri è riuscita a piazzare in posizione di potere i figli: Matteo Zanetti, già nel consiglio della controllata Commercio e Industria è entrato a marzo di quest’anno nel consiglio della Pop Bergamo con l’uscita di scena, dopo 29 anni, dell’avo, mentre Francesca Bazoli si è dovuta accontentare della vicepresidenza di Ubi leasing, del ruolo di consigliera in Ubi Sistemi e Servizi e del Banco di Brescia”.

Non solo i figli di Zanetti e Bazoli hanno goduto della protettiva ombra dei padri:

“Le carte dell’inchiesta di Bergamo aprono squarci inquietanti anche sui ruoli dei generi di Zanetti e Bazoli. L’accusa arriva dai verbali di interrogatorio resi tra ottobre e novembre 2013 da Giorgio Jannone, numero uno delle cartiere Pigna in crisi finanziaria, ex parlamentare del Pdl, avversario in Ubi delle liste dei due presidentissimi e anche lui indagato dalla Procura di Bergamo per false comunicazioni sociali”.

Ha detto Giorgio Jannone:

“Mi risulta che una ingente somma di denaro sia stata pagata a favore del genero di Zanetti, Mario Massari, marito di Laura Zanetti, quest’ultimo top manager di Twice sim. Mi risultano inoltre consulenze affidate allo studio di Gregorio Gitti, genero di Bazoli”.

Prosegue Walter Galbiati:

“Secondo la ricostruzione, Massari, azionista di riferimento di Twice sim attraverso Medinvest, avrebbe incassato 32 milioni di euro nell’ambito dell’operazione che portò Ubi al controllo completo di Iw Bank, fusasi poi con la stessa Twice sim. Gitti, invece, avvocato, nonché parlamentare (Scelta Civica di Monti, ora Per l’Italia), avrebbe ricevuto incarichi nel gruppo Ubi e il mandato di advisor legale per la nascita della nuova banca”.

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