Ue all’Italia: “Ripristinate Imu prima casa sui redditi alti”. Governo: “Non è una buona idea”

Ue all'Italia: "Ripristinate Imu prima casa sui redditi alti". Governo: "Non è una buona idea"
Ue all’Italia: “Ripristinate Imu prima casa sui redditi alti”. Governo: “Non è una buona idea”

ROMA – Ue all’Italia: “Ripristinate Imu prima casa sui redditi alti”. Governo: “Non è una buona idea”. Botta e risposta tra governo italiano e Commissione Ue sulla reintroduzione della tassa di proprietà sulla prima casa. Da Bruxelles, insieme alla “pagella” sui conti pubblici (promossi la manovra bis, rimandati sulle riforme) è giunta la raccomandazione di ripristinare l’Imu sulle prime case almeno sui redditi più elevati.

Da Roma, ha replicato secco il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan chiudendo ogni spiffero per una riapertura del dossier: “Le riforme fiscali vanno viste nel loro insieme ed io direi che cambiare idea su una tassa che è stata appena cambiata da pochi mesi non è una buona idea”.

La tassa Imu (Imposta municipale propria) fu introdotta dal governo Berlusconi nel 2011 in sostituzione dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili) di cui lo stesso Berlusconi annunciò la cancellazione alle elezioni, poi perse, del 2007. Il governo Prodi ridusse l’Ici, quindi Berlusconi la cancellò davvero nel 2008 (escludendo solo ville e castelli). Il governo Monti innalzò la base imponibile della tassa che fu infine soppressa solo dal governo Renzi. E’ chiaro come il ministro Padoan si riferisca a questo continuo stop and go fiscale quando contesta la raccomandazione Ue preferendo un punto definitivo sulla questione e non riaprire il valzer delle opzioni.

La posizione di Bruxelles. “La tassa sulla prima casa è stata cancellata nel 2015, cosa che è stato un passo indietro nel processo di ottenere una struttura tributaria più efficace”. E’ scritto nelle osservazioni della Commissione a supporto delle Raccomandazioni economiche per l’Italia che chiedono tra l’altro la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa per i redditi alti. L’esecutivo osserva che in generale “il sistema tributario italiano non è favorevole alla crescita economica e all’efficienza in molti campi” e che “il basso rispetto delle tasse e la complessità dei codici tributari accentuano il fardello per le aziende e le famiglie che rispettano” i loro obblighi tributari.

 

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