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Ue: in Italia lenta ripresa, ma il debito salirà

di Maria Elena Perrero |5 Maggio 2010 10:58

Cresce il debito pubblico in Italia: dal 115,8 per cento del 2009, la Commissione europea prevede che nel 2010 arriverà al 118 per cento. E a quei livelli, prevede Bruxelles, è destinato a restare se le politiche economiche non cambieranno. Diverse le previsioni del governo: per Palazzo Chigi il debito pubblico italiano non supererà, nell’anno in corso, il 116,8 per cento.

Secondo la Commissione, la ripresa in Italia va sì rafforzandosi, ma più lentamente del previsto. Il nostro Pil nel 2010 si attesterà allo 0,8 per cento e nel 2011, a politiche invariate, all’1,4 per cento, grazie soprattutto al sostegno dei consumi privati e dalle esportazioni.Valori che comunque sono “ampiamente in linea con la media della zona euro”.

Stime dunque al ribasso sulla crescita economica dell’Italia, che nel Programma di stabilità aggiornato indicava un Pil all’1,1 per cento quest’anno e al 2 per cento il prossimo. Poi c’è il dato sul deficit pubblico, che nel 2010 dovrebbe restare stabile al 5,3 per cento rispetto al Pil (invariato rispetto al 2009) per diminuire al 5 per cento nel 2011.

Migliori le previsioni sulla ripresa in ambito europeo: un quarto di punto in più per il Pil di quest’anno, grazie al fatto che “i Paesi Ue beneficiano di un più forte contesto esterno”.

“Dopo aver subito la più profonda recessione della sua storia”, spiega la Commissione, l’economia dell’Unione registrerà un aumento dell’1 per cento del Pil di quest’anno e dell’1,7 per cento per l’anno prossimo. Appena inferiori le previsioni di crescita per l’area euro: +0,9 per cento nel 2010 e +1,5 per cento nel 2011.

Bruxelles avverte: “La debole domanda interna continua a contenere il recupero”, la cui velocità varia a seconda dei diversi stati membri, “riflettendo le circostanze specifiche le politiche che praticano”. Qualche segno di stabilizzazione viene invece dal mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione destinato quest’anno a raggiungere il picco, ma a un livello inferiore rispetto alle previsioni precedenti: circa il 10 per cento in Ue.

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