ROMA – La Ue prepara la web tax, stop a vantaggi per Google e Amazon. Anche l’Italia ha deciso di aderire. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan infatti ha sottoscritto una dichiarazione politica congiunta con Germania, Francia e Spagna a sostegno di una iniziativa per la tassazione delle imprese dell’economia digitale. La dichiarazione è stata inviata a Toomas Töniste, Ministro delle Finanze dell’Estonia – Stato che ricopre la presidenza di turno dell’Unione Europea – e per conoscenza al Commissario europeo Pierre Moscovici.
I quattro ministri delle finanze dei Paesi più grandi dell’Eurozona – ricorda il Mef – intendono presentare l’iniziativa per la tassazione della web economy nel corso della prossima riunione informale del consiglio dei ministri delle finanze dell’Ue (Ecofin), in programma a Tallinn il prossimo 15 e 16 settembre, e in particolare nella II sessione di lavoro, dedicata alle sfide della tassazione d’impresa nell’epoca dell’economia digitale.
L’iniziativa ha lo scopo di sollecitare una imposizione delle imprese che svolgono attività economica in Europa senza corrispondere un livello di tassazione adeguata, mettendo a repentaglio i principi di equità fiscale e la sostenibilità del modello economico e sociale del Continente.
A lanciare l’iniziativa pan-europea è stato il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, che ha suggerito una revisione delle tassazioni nazionali per applicare – nel caso dei giganti del web e dell’It, da Apple a Facebook – un prelievo non più basato sull’utile bensì sul fatturato. Una proposta – ricorda il Financial Times – nata anche sulla scia della indignazione creata dalla rivelazione che il colosso delle prenotazioni alberghiere Airbnb lo scorso anno ha versato al fisco francese meno di 100 mila euro a fronte di un fatturato miliardario.