Molti percettori dell’assegno di inclusione potrebbero dover dire addio all’aiuto per almeno un mese. C’entra un vincolo normativo.
L’assegno di inclusione (AdI) è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale inaugurata dal Governo Meloni a inizio 2024 per sostituire il reddito di cittadinanza. Un aiuto rivolto a nuclei familiari che abbiano almeno un componente disabile, con età superiore ai sessant’anni, minorenne o inserito in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati.
C’è bisogno anche di un ISEE in corso di validità non superiore a 9.360 euro e di un reddito inferiore a una soglia di 6.000 euro moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Tale beneficio economico decorre dal mese successivo alla sottoscrizione del PAD, il patto di attivazione digitale del nucleo familiare, dopo l’esito positivo dell’istruttoria e dura al massimo diciotto mesi. Ma la normativa prevede che, superata tale soglia temporale, per i percettori è possibile inoltrare una nuova domanda all’INPS per chiederne il rinnovo.
Questo rinnovo arriverà però nel mese successivo a quello in cui è stata ricevuta l’ultima ricarica dell’assegno. Dopodiché, il periodo massimo di fruizione cala da diciotto a dodici mesi. Proprio la scadenza che segna prima decadenza dell’assegno di inclusione comporterà lo stop al sussidio di un mese.
La sospensione mensile è inevitabile e nel 2025 molti percettori dovranno fare i conti con questa situazione. Sono coloro che hanno percepito i pagamenti nei primi mesi del 2024. Ci sono dunque delle date a cui fare attenzione, fermo restando che lo stop ha valore temporaneo dato che gli aventi diritto hanno ancora la possibilità di prolungare la percezione dell’aiuto di un anno.
Coloro che hanno incassato il primo pagamento dell’assegno di inclusione a gennaio 2024 ricovereranno l’ultima ricarica del sussidio a giugno 2025, cioè quando saranno trascorsi i diciotto mesi previsti di fruizione. E dovranno aspettare un mese prima di inoltrare all’INPS la domanda per poter essere riammessi nella misura: solo a luglio 2025 potranno infatti presentare la nuova domanda per continuare a fruire dell’assegno di inclusione.
A luglio, dunque, non prenderanno nulla, dato che è previsto lo stop ai pagamenti da parte dell’INPS. Le ricariche riprenderanno, in questo specifico caso, solo ad agosto. Chi invece ha ottenuto il primo assegno a febbraio riceverà l’ultimo sussidio economico a luglio 2025, dovrà presentare nuova domanda ad agosto e aspettare settembre per poter rivedere i soldi.
Intanto, il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole riguardo alle modalità e alle misure tecniche e organizzative che l’INPS adotterà per gestire i dati necessari ai controlli sull’AdI e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL). In pratica, l’INPS potrà utilizzare le informazioni necessarie per i controlli sulle misure, acquisendoli presso le proprie banche dati e da altre amministrazioni.