Una cena a Parigi? Da luglio conviene: Iva abbassata al 5,5% in tutti i ristoranti francesi

Caffè a un euro, conti tagliati del 10-11 per cento e ventimila nuovi posti di lavoro: è ciò che auspica il governo francese con la decisione di abbassare l’Iva al ristorante dal 19,6 al 5,5 per cento a partire dal prossimo luglio.

Il provvedimento è stato preso da Sarkozy per fronteggiare la crisi economica, tenendo conto del fatto che in Francia i pasti consumati fuori casa sono almeno uno su sette e che negli ultimi mesi, dalle tavole di lusso pluridecorate con stella Michelin, ai popolari bistrot, la flessione è stata notevole, con un calo di oltre il 7 per cento dei clienti.

Gli effetti della riduzione dell’Iva saranno principalmente su alcuni prodotti e offerte di base come caffè, piatto del giorno e menù a prezzo fisso, con esclusione di vini e alcolici che rappresentano il venti per cento del fatturato. In pratica, ristoranti e bistrot, al tempo della crisi, si impegneranno in arrotondamenti al ribasso, dopo aver approfittato, nella stagione della crescita, dell’entrata in vigore dell’euro con arrotondamenti al rialzo.

L’abbassamento dell’Iva al 5,5 per cento, il più basso livello in Europa, costerà però caro al governo francese:  oltre due miliardi e mezzo di euro, solo in parte compensabile con un possibile rilancio delle frequentazioni.

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