La recente tempesta solare, che ha causato turbolenze nelle comunicazioni elettriche e nei segnali radio terrestri, sta gradualmente perdendo la sua intensità. Tuttavia, secondo Mauro Messerotti, docente di Meteorologia Spaziale all’Università di Trieste, c’è la possibilità che un’altra tempesta solare si verifichi tra circa due settimane, quando il grande gruppo di macchie solari AR3664, responsabile dell’evento recente, tornerà a essere diretto verso la Terra. Il Centro di previsione meteorologica spaziale della NOAA statunitense indica che per la giornata odierna, 13 maggio, i fenomeni solari saranno molto più deboli rispetto a quelli degli ultimi giorni, con possibilità di eventi di classe G1 o G2, i livelli più bassi. Tuttavia, l’ampiezza del gruppo di macchie solari AR3664, circa 16 volte quella della Terra, lo rende una delle regioni più grandi e attive osservate nel ciclo solare attuale, iniziato a dicembre 2019.
Negli scorsi giorni, questo gruppo di macchie solari ha emesso diversi brillamenti solari intensi, con un’energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche. Oltre ai due brillamenti di classe X, la più alta, osservati il 9 maggio, il gruppo AR3664 ha emesso altri due brillamenti molto intensi il 11 maggio. Questi eventi hanno causato temporanee o complete perdite dei segnali radio ad alta frequenza in alcune zone della Terra. Le espulsioni di massa coronale (CME) associate a questi brillamenti hanno contribuito a prolungare la tempesta geomagnetica, mantenendo l’attività della regione solare AR3664. Secondo Messerotti, la regione continua ad essere molto attiva, con un evento di classe G2 verificatosi anche durante la notte.