Unicredit: Nicastro, Natale e Fiorentino sotto la lente delle Fondazioni

Federico Ghizzoni (Foto LaPresse)

MILANO – Ad una settimana dalla conclusione dell’aumento di capitale di Unicredit a 7,5 miliardi, il 27 gennaio, sembra che, secondo quanto scrive il Giornale, le quote inoptate saranno molto basse, e si aggireranno tra il 2 e il 5 per cento.

All’aumento di capitale la banca di Piazza Cordusio arriverà con un assetto azionario molto mutato, soprattutto a livello geografico. Il fondo arabo di Abu Dhabi Aabar sarebbe pronto a salire dall’attuale 4,99 per cento al 6,5 per cento. Anche la Libia, con la Libyan Investment Authority (Lia), ha una quota che si aggira sulla stessa percentuale. Ci sono poi i fondi americani al 5-6 per cento, una possibile presenza futura di Germania (con Allianz che punterebbe a salire dall’attuale 2 per cento), Singapore, Cina e Kazakistan. 

Al di là però delle presenze straniere l’amministratore delegato Federico Ghizzoni ha sottolineato che il punto di riferimento resteranno le fondazioni, soprattutto in vista del rinnovo dei vertici in scadenza la prossima primavera. “Il loro ruolo, con una quota complessivamente intorno al 12 per cento contro il 14 per cento di prima dell’aumento, resta strategico”, ha detto Ghizzoni.

E il sindaco di Verona Flavio Tosi (grande socio di Cariverona, che terrà il 3,5 per cento), interpellato in proposito si è detto sicuro che “il governo della banca resterà italiano e occidentale: questo ci dà serenità e ci rende ottimisti sul futuro”.

Le tre fondazioni, quindi, ridurranno le proprie quote rispettivamente dal 4,2 al 3,5 per cento per quanto riguarda Cariverona, dal  3,2 al 2,9 per cento per Carimonte, mentre Crt dovrebbe restare stabile al 4,2 per cento, per passare così dal 14 al 12 per cento totale.

Le fondazioni potrebbero chiedere un esame, secondo il Giornale, delle posizioni del direttore generale Roberto Nicastro, del direttore esecutivo Paolo Fiorentino, del direttore finanziario Marina Natale. D’altra parte il settore bancario è sottoposto, in tutta Europa, a pressanti verifiche sui manager.

Nicastro, già vice dell’ex ad Alessandro Profumo, è sottoposto all’esame dei grandi azionisti italiani per l’andamento della banca sul territorio. Il Giornale ricorda, però, che certo non gioca a suo favore il fatto di essersi mosso, forse, nella direzione di Intesa Sanpaolo quando, con l’uscita di Corrado Passera, si erano aperti nuovi scenari.

Sembra più salda la posizione di Fiorentino, che ha gestito anche la partita americana della Roma con Thomas DiBenedetto. Sotto la lente degli azionisti la posizione di Natale, ultima manager dell’era Profumo rimasta a Piazza Cordusio.

Un discorso diverso riguarda il presidente Dieter Rampl. Scrive il Giornale: “Il suo desiderio è quello di restare ed è molto probabile che ciò avvenga. Tuttavia il tema andrà dibattuto anche con il mondo arabo e asiatico che sta prendendo forza e che potrebbe chiedere garanzie nella figura di un presidente condiviso”.

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