Unicredit, Geronzi: “Nessun asse con Berlusconi. Il problema sono le Fondazioni e il peso della Lega”

Cesare Geronzi

Il progetto di fusione Mediobanca-Generali? ”Non ci penso e non ci ho mai pensato”. Lo dice a Repubblica Cesare Geronzi, presidente delle Generali, respingendo l’ipotesi avanzata ieri dal quotidiano diretto da Ezio Mauro alla luce dell’epilogo Unicredit.

Il problema vero nella vicenda Unicredit-Profumo, aggiunge, nasce dal ”processo di trasformazione delle casse di risparmio, e poi di creazione delle Fondazioni” che ”riproducono antiche formule del passato” su ”una strada che ricorda quella delle vecchie Camere di commercio”.

Geronzi respinge di aver avuto un ruolo nella vicenda Profumo: ”Non sono io la Spectre” e ”non ho niente contro Alessandro – rimarca – mi sono sempre adoperato per la stabilità del sistema finanziario”.

Nessuna vittoria dell”’asse Berlusconi-Geronzi”: ”Quando le cose sono semplici, a me non piace che siano raccontate come un romanzo. Meno che mai un romanzo di fantascienza”.

Il presidente di Generali sottolinea di non aver avuto ”alcun contatto con il governo, per discutere dell’affare Unicredit” e di non avere alcuna ”relazione pericolosa” con la politica: ”Sono un menestrello, rispetto a chi fa politica per professione. Do consigli e suggerimenti, e solo quando mi vengono richiesti” e non è il caso dell’operazione Unicredit.

Geronzi bolla come ”pretesto” e ”alibi” la scalata libica e respinge anche le esternazioni dei leghisti: ”Far serpeggiare adesso il rischio della scalata dei tedeschi con il solito slogan del ‘no pasaran’, dopo aver gridato al pericolo dei libici, mi pare davvero un modo stravagante e propagandistico di ‘leggere’ gli eventi”.

Poi affronta il nodo delle Fondazioni: ”rischiano di disgregare il sistema, mentre c’è bisogno di cementarlo”. Unicredit, aggiunge, può essere considerato ”un primo esempio” della ”Lega che usa le Fondazioni per costruire le sue roccaforti locali”.

Infine critiche alla gestione dell’allontanamento di Profumo: ”Unicredit è una grande istituzione sovranazionale. Il modo in cui è stato affrontato il caso Profumo è degno di una ‘banchetta’ di provincia”.

”In questi giorni è stata data ai mercati internazionali una pessima dimostrazione di ciò che è il sistema finanziario italiano. Il consiglio di amministrazione dell’altro ieri, con gente che entra e che esce e foglietti che volano da un tavolo all’altro, è uno spettacolo avvilente”.

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