I libici in Unicredit. Oggi Profumo “a rapporto” da Rampl. Il presidente tedesco guida la protesta degli azionisti

”Lavoreremo, non vi preoccupate”. Lo ha detto il presidente di Unicredit Dieter Rampl, entrando nella sede di Piazza Cordusio dove oggi, 8 settembre, nel pomeriggio, è previsto il Comitato di Governance a proposito dei rapporti con l’amministratore delegato Alessandro Profumo. Rapporti piuttosto burrascosi, nonostante le rassicurazioni di Rampl, il presidente tedesco che si è apertamente schierato con i rappresentanti delle fondazioni azioniste e dei soci privati, in polemica con la gestione “solitaria” di Profumo.

Rampl ha confermato di essersi incontrato con l’amministratore delegato Alessandro Profumo e di aver parlato dei soci libici, il vero nodo del dissenso. Insieme ai soci chiede più collegialità. A Profumo viene contestato di aver accompagnato con eccessivo rigore, con troppo zelo, il rastrellamento del 2,075% da parte della Libyan investment authority, trincerandosi dietro i vincoli di riservatezza di un amministratore delegato verso le operazioni dei propri azionisti. Profumo ha già replicato che si tratta di una “tempesta in un bicchier d’acqua”. Ma la sensazione è che durante la riunione di oggi lo stesso Profumo dovrà essere più convincente e soprattutto meno ermetico. Potrebbe altrimenti profilarsi uno scontro da cui uno dei contendenti forti (Profumo e Rampl appunto) dovrà uscire vincitore. E l’altro dovrà necessariamente fare un passo indietro.

Il punto cruciale resta quindi la determinazione dei libici a difendere l’indipendenza del Libyan Investment Autorithy, il fondo sovrano, dalla Banca Centrale libica. In questo modo possono contare sulla somma delle due partecipazioni al momento del voto assembleare. Una somma che pesa per il 7%, superiore a quel 5% che per regolamento è il limite per ogni singolo attore. Alla riunione di oggi il Governatore della Banca Centrale libica,  nonchè vicepresidente di Unicredit, Fahrat Bengara, non ci sarà. Sosterrà dunque la parte del “convitato di pietra” nell’assemblea dove, se la strategia di Profumo incontrasse un dissenso troppo ampio, i soci presenteranno una linea di difesa per ammortizzare l’ingombrante presenza libica. I vertici di alcuni enti stanno già ventilando l’idea di nuovi acquisti sul mercato.

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