Unipol chiude il primo bilancio con Fonsai con un utile di 441 milioni

MILANO – Unipol chiude il primo bilancio con Fonsai con un utile di 441 milioni. Un risultato raggiunto nonostante la perdita di 889 milioni dell’ex gruppo dei Ligresti, consolidato nel secondo semestre dell’anno, grazie ai 1.089 milioni di beneficio derivante dall’applicazione del principio Ifrs 3 che regola le aggregazioni aziendali. Alla fine l’apporto di Fondiaria-Sai, pari a 200 milioni di euro a livello puramente contabile, è andato a sommarsi all’utile di 241 milioni conseguito da Unipol su base stand-alone, risultato che ha gettato le basi per il ritorno al dividendo della compagnia bolognese dopo due esercizi senza cedola. Ai soci andranno 0,15 euro per le azioni ordinarie e 0,17 euro per quelle di risparmio, per un monte dividendi di 113 milioni di euro.

Una boccata d’ossigeno specialmente per le Coop che controllano Unipol e che hanno sostenuto l’aumento di capitale necessario per la conquista di Fonsai. Ma buone notizie sono arrivate anche per i dipendenti, dopo l’accordo tra i due gruppi e i sindacati sulle modalità della riorganizzazione legata alla fusione a quattro con le ex società dei Ligresti: niente licenziamenti collettivi e individuali, volontarietà per i trasferimenti di sede e per l’accesso al fondo di solidarietà e l’impegno alla specializzazione industriale delle sedi di Torino e Firenze.

”Il confronto prosegue, non sarà certamente facile, ma le premesse lasciano ben sperare in un proficuo e concertativo percorso negoziale” ha commentato il segretario nazionale della Uilca, Renato Pellegrini. Rispetto ai 2.200 esuberi inizialmente preventivati ”l’accordo prevede la riduzione dell’organico gruppo per circa 2000 persone” ha detto l’A.d. di Unipol e Fonsai, Carlo Cimbri, spiegando che 1.090 persone verranno “cedute” nell’ambito del programma di dismissioni (”è in fase avanzata”) mentre gli esuberi “veri” si ridurranno a 900 e per essi ”si provvederà su base inizialmente volontaria”.

I risultati di Unipol, chiusi con una raccolta premi in calo del 2,5% nel ramo danni e in crescita dell’1,8% nel vita, con una redditività industriale in miglioramento (il combined ratio è sceso al 94,2%), sono stati definiti da Cimbri ”positivi”, a chiusura di un piano industriale industriale 2010-2012 i cui target, come quello di 225 milioni sull’utile, sono stati ”in alcuni casi” battuti. Discorso diverso per Fonsai e i suoi azionisti: l’ennesima pulizia di bilancio, ereditò della gestione Ligresti, ha fatto chiudere l’esercizio con una perdita di 800 milioni di euro (3,3 miliardi il rosso accumulato dal 2009) e saltare ancora una volta la cedola. L’unica consolazione, almeno per chi non è entrato con l’aumento di capitale e beneficia della rivalutazione del titolo, deriva dall’avere una società in sicurezza: il margine di solvibilità di Unipol-Sai è pari a 1,6 volte i requisiti regolamentari.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie