Usa, crisi. Rapporto, nascono meno bambini a causa della recessione

Pubblicato il 13 Ottobre 2011 - 14:57 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Enumerare i molteplici e devastanti danni provocati negli Stati Uniti dalla Grande Recessione, quella che ha colpito nel 2007, è una ben triste e scoraggiante impresa. Ora ai micidiali fallimenti bancari (Lehman Brothers), alla chiusura di fabbriche, ai licenziamenti a valanga, alla drastica riduzione dei consumi ed al deciso abbassamento del tenore di vita degli americani, si è aggiunta un’altra conseguenza, dolorosa per le aspiranti mamme.

Se volevano un figlio in tempi brevi, molte ci hanno dovuto rinunciare. Durante una recessione è meglio non mettere al mondo bambini e aspettare tempi migliori.

E questo è esattamente quello che è successo. Secondo un rapporto del Pew Research Center pubblicato dopo una ricerca svoltasi in tutti e 50 gli stati dell’Unione e il District of Columbia, con l’economia a terra e la disoccupazione al 9,1 per cento, le donne americane hanno smesso di fare bambini.

Non tutte, intendiamoci, ma una percentuale preoccupante. Secondo i dati preliminari riferiti al 2010, tratti dalle indagini del National Center for Health Statistics e dall’Istituto per il Censimento, dall’inizio della Grande Recessione il tasso di natalità tra ogni mille donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni è sceso nel 2010 a 64,7, dal 69,6 del 2007.

Il nesso tra le difficoltà economiche delle famiglie e un abbassamento del tasso di natalità, rileva il New York Times, si ricava chiaramente dall’analisi dei dati riguardanti i vari stati. Il North Dakota, dove nel 2008 il tasso di disoccupazione era praticamente inesistente (3%), è stato l’unico stato, assieme al Maine, dove le nascite sono aumentate, seppur di poco. In tutti gli altri stati è accaduto il contrario, ha dichiarato l’autrice del repporto, Gretchen Livingston. Più colpita di tutti nel declino è l’Arizona, dove sono diminuite di un preoccupante 7,2 per cento.

Che le nascite diminuiscano in tempi di crisi economiche non è insolito. Nel decennio della Grande Depressione, dal 1929, con il crollo di Wall Street, alla fine del 1936, una delle più grandi calamità della storia americana, il tasso di natalità è precipitato del 26 per cento. Ma, osserva la Livingston, passata la bufera i bambini ricominciano a nascere. ”Quel che la gente sembra voler fare – dice – non è tanto decidere di rinunciare ad avere figli, quanto aspettare fino a quando le cose cominciano a migliorare”.