Usa. Il fiscal cliff è per l’economia una ”bomba” da 600 mld solo per il 2013

WASHINGTON, STATI UNITI – Il ‘fiscal cliff’, il baratro di bilancio americano rappresenta una ‘bomba’ da 600 miliardi di dollari solo nel 2013. che rischia di abbattersi sull’economia statunitense facendola affondare in una nuova recessione. Previsto nel 2011 nell’ambito dell’accordo sul tetto del debito, stabilisce tagli automatici alla spesa e un aumento delle tasse per il 98% delle famiglie americane, che vedranno salire le proprie aliquote e i propri versamenti al fisco di 2.200 dollari l’anno.

E questo con un impatto che si prevede dirompente sui consumi, motore dell’economia americana: il fiscal cliff rischia di bruciare quattro punti percentuali di pil, con un’ondata di effetti pesanti che – ha avvertito il presidente della Fed, Ben Bernanke – neanche la Banca centrale ha gli strumenti per contrastare. Se non dovesse esserci prima un accordo tra l’amministrazione Obama e i repubblicani in Congresso, il ‘fiscal cliff’ scattera’ fra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio 2013 e prevede misure impopolari sia fra i repubblicani sia fra i democratici, delineate proprio per costringere i due partiti a trattare e a cercare un compromesso serio per il risanamento dei conti pubblici.

Serve insomma un accordo bipartisan che sblocchi la paralisi di Washington come accaduto nel 2011, quando il duro scontro sull’aumento del tetto del debito e’ costato agli Stati Uniti il primo downgrade della loro storia. Se il fiscal cliff non sara’ evitato, gli Stati Uniti oltre ai tagli alla spesa e all’aumento delle tasse si troveranno anche ad avere uno spazio di manovra limitato per gestire il debito: nelle trattative rientra infatti anche l’aumento del tetto del debito, attualmente fissato a 16.400 miliardi di dollari, quota che verra’ raggiunta alla fine del 2012. Senza un’intesa, l’aliquota federale media su ogni famiglia salira’ fino a cinque punti percentuali, al 24,3%.

Ed e’ proprio sulle tasse che si gioca la partita, con i repubblicani restii a un aumento della pressione fiscale per i piu’ ricchi e i democratici – con Obama in testa – che vogliono piu’ tasse su di loro per mantenere basse quelle sulla classe media. Altro nodo da sciogliere e’ quello dei tagli alla spesa, con i repubblicani che premono per misure forti, contrariamente al presidente.

Ma evitare il fiscal cliff fara’ poco per spingere la crescita americana nell’immediato. E’ quanto emerge da un sondaggio della National Association for Business Economics su 48 economisti, il 90% dei quali ritiene che il Congresso non consentira’ un aumento delle tasse per tutti gli americani dal 1 gennaio. La maggioranza degli interpellati ritiene che i tagli alla spesa saranno posticipati. Evitare il fisacl cliff non spingera’ la crescita il prossimo anno: gli economisti ritengono infatti che nel 2013 il pil americano crescera’ del 2,1%, meno del 2,2% previsto per il 2012.

Aziende e consumatori dovranno infatti attendere buona parte del 2013 per vedere finalizzati i dettagli di un eventuale accordo sul fiscal cliff e questo rallentera’ gli investimenti e i consumi. Sara’ nella seconda parte del 2013, quando ci sara’ meno incertezza, che il pil accelerera’: dopo un +1,8% nel primo trimestre, si assistera’ a un +3,0% nel quarto trimestre.

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