Usa. Battaglia legale per quotazione in borsa dell’Empire State Building

NEW YORK, STATI UNITI – L’Empire State Building e’ a un passo dalla Borsa, ma sullo sbarco a Wall Street del grattacielo simbolo di Manhattan si stende un’ombra, e non e’ quella della Freedom Tower che ha stabilito il record della torre piu’ alta del mondo occidentale.

Un gruppo di investitori si e’ rivolto al giudice per bloccare il progetto della famiglia Malkin che controlla il palazzo, accusata di volerli costringere con le cattive ad approvare il progetto: se voteranno contro saranno vittima di un buyout forzato da cento dollari a azione contro un valore reale di oltre 300.000, a quanto scrive il New York Times.

Il giudice della State Supreme Court Peter Sherwood ha ascoltato le posizioni degli obiettori – un gruppo eterogeneo che include gli uomini d’affari Richard Edelman e Andrew S. Penson, quest’ultimo l’imprenditore proprietario del Grand Central Terminal – secondo cui l’Ipo danneggerebbe l’azionariato orinario esponendolo alle incertezze del mercato e a potenziali problemi fiscali arricchendo nel contempo i Malkin. La Corte e’ di fronte a un aut aut: bocciare in toto il piano che vedrebbe la nascita di una nuova societa’ chiamata Empire State Reality Trust, o respingere l’azione legale rimuovendo cosi’ un ostacolo importante allo sbarco a Wall Street.

E’ da circa un anno, da quando altri grandi azionisti, gli eredi Helmsley, hanno annunciato l’intenzione di vendere per un miliardo di dollari il loro pacchetto, che i Malkin sono all’opera per persuadere gli investitori, molti dei quali discendenti di risparmiatori che hanno comprato negli anni Sessanta. Peter e Anthony Malkin hanno convinto finora il 75% degli azionisti, il 5% in meno di quanto serve per mandare avanti l’Ipo in Borsa.

Le radici della disputa risalgono al 1961 quando Harry Helmsley, l’imprenditore marito della leggendaria Leona Helmsley, morta lasciando milioni al suo cane, e il suo socio Lawrence Wien, acquistarono l’Empire dal miliardario Henry Crowmn. Peter Malkin e’ il genero di Wien e Anthony il nipote. Per finanziare l’affare il gruppo vendette 3.300 unita’ dell’edificio al prezzo di 10.000 dollari l’una. Per molti investitori originali, l’Empire significava un’investiimento prezioso, l’eco di un’epoca in cui la middle class emergente newyorchese dava fondo ai risparmi per aver parte in una torre che puntava al cielo.

Uno di questi investitori, scrive il Nyt,  l’83enne Meyer Shlafmitz, ricorda il giorno in cui il padre, un orologiaio, compro’ una mezza azione dell’Empire a 5.000 dollari, quasi tutti i soldi che aveva: ”Gli tremavano le mani quando scrisse l’assegno”, ha detto Meyer al New York Times: ”Si preoccupava di tutto quel che poteva andare storto”.

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