Usa: Fed non tocca il costo del denaro, disoccupazione frena la ripresa

Pubblicato il 6 Aprile 2010 - 23:05| Aggiornato il 8 Aprile 2010 OLTRE 6 MESI FA

La ripresa economica americana si rafforza ma l’elevato tasso di disoccupazione la frena: per un crescita duratura è necessaria una ripresa del mercato del lavoro. E l’andamento dei tassi di interesse americani dipende proprio dallo stato e dall’evoluzione dell’economia. La Fed, mostrandosi un po’ fiduciosa sullo stato di salute dell’Azienda America, si mostra riluttante a ritoccare a breve il costo del denaro, anche se al suo interno va avanti il dibattito sulla strategia per il ritiro delle misure eccezionali messe in atto contro la crisi.

Al centro del dibattito è il linguaggio da utilizzare per segnalare l’inversione di tendenza, ovvero l’espressione “periodo prolungato” riferita al mantenimento dei tassi di interesse a un livello eccezionalmente basso. La Fed utilizza tale espressione dal marzo 2009 e secondo gli osservatori significa che il costo del denaro resterà fermo per diversi mesi, circa sei. I verbali della riunione del 16 marzo scorso, però, precisano che l’espressione non identifica un lasso di tempo fissato e non limita la capacità della Fed di intervenire prontamente.

«La durata di periodo prolungato» prima di alzare i tassi, si legge nei verbali della riunione del 16 marzo scorso, «può essere di diverso tempo e può aumentare se le prospettive economiche peggiorano o se il trend dell’inflazione cala ulteriormente.. Diversi membri del Comitato notano come le aspettative per la politica» monetaria «sono contingenti all’evoluzione dell’economia piuttosto che a un determinato arco di tempo».

Altri componenti, invece, constatano come l’elevato tasso di disoccupazione e un livello di inflazione più basso del previsto rendano più rischioso aumentare i tassi prima che dopo: a loro avviso – emerge dalle minute – con un aumento prematuro del costo del denaro la ripresa economica potrebbe fermarsi e ci sarebbe poco spazio di manovra. «Anche se i dati evidenziano una ripresa dei consumi nel primo trimestre, i membri del Fomc sono d’accordo nel constatare che le spese delle famiglie restano sotto pressione a causa dell’elevato tasso di disoccupazione, della stretta del credito e della modesta crescita dei redditi», constata la Fed nei verbali, dove si precisa che «le previsioni preparate per la riunione di marzo sono simili a quelle di gennaio. In particolare, si continua ad anticipare una ripresa modesta nei prossimi due anni».

Le stime indicano una lieve revisione al ribasso dell’inflazione per il 2010 e il 2011, e un “modesto” aggiustamento del pil, rivisto al ribasso in seguito «alle non favorevoli indicazioni provenienti dal mercato immobiliare, dalla debole spesa dei governi locali e da una sostanziale riduzione delle stime dei redditi delle famiglie».