Usa, fiscal cliff. Stallo tra democratici e repubblicani, ma trattativa continua

Il Cogresso degli Stati Uniti

WASHINGTON, STATI UNITI – E’ stallo nelle trattative tra democratici e repubblicani per evitare il precipizio fiscale. La destra accusa Obama di non aver ”presentato un compromesso accettabile”, e i democratici replicano rivolgendo la stessa critica al Grand Old Party. Interviene, anche la Casa Bianca che definisce l’atteggiamento dei repubblicani ”profondamente irresponsabile”.

Insomma, parole forti, tanto che a giudicare solo dalle dichiarazioni pubbliche sembra lontanissima un’intesa bipartisan sull’innalzamento delle tasse e i tagli alla spesa pubblica, necessari a evitare il cosiddetto fiscal cliff, il meccanismo automatico di recupero di risorse che trascinerebbe gli Stati Uniti e l’economia mondiale in una nuova recessione.

Tuttavia, malgrado le bordate in tv, il negoziato dietro le quinte continua in modo febbrile. Il tempo a disposizione stringe: l’accordo va trovato entro Natale, insomma manca quel mese scarso nel corso del quale ci saranno molti alti e bassi, com’e’ usuale in questo tipo di trattative. Sembrava che il presidente Barack Obama, che giovedi ha invitato a pranzo Mitt Romney, avesse imposto un’accelerazione allo scopo di raggiungere un minimo comun denominatore su cui andare avanti.

Nella serata di giovedi il presidente ha chiamato a telefono il capo dei negoziatori repubblicani, lo Speaker della Camera John Boehner. E ha poi inviato direttamente a Capitol Hill due suoi uomini di spicco, il ministro del Tesoro Tim Geithner e il suo consulente economico, capo negoziatore, Rob Nabors per incontrare la controparte. Prima del vertice, Politico.com ha perfino anticipato che ci sarebbe un’intesa di fondo sulla ‘cornice’ anche numerica circa il contenuto dell’accordo finale.

Pare che si ragioni di un innalzamento delle tasse per 1,2 trilioni e un taglio di spesa pubblica, ad esempio del programma Medicare, la sanita’ per gli anziani, di 400 miliardi. Inoltre ci sarebbero almeno 1,2 trilioni di tagli nelle altre voci di spesa. Ma al centro dello scontro rimane sempre lo stesso punto: gli sconti fiscali dell’era di George W.Bush che i repubblicani vorrebbero estesi a tutti, mentre Obama vorrebbe che ne fossero esenti il 2 percento degli americani straricchi.

Dal modo in cui sono andate le cose ultimamente il primo ad attaccare e’ John Boehner: ”Non è stato fatto alcun progresso sostanziale: se i democratici non ci presentano un compromesso accettabile c’è il serio rischio di andare verso il precipizio fiscale”, minaccia lo Speaker. ”Quello che serve – aggiunge – e’ un piano di tagli serio. Va riconosciuto che la spesa è fuori controllo”.

Accuse a cui poco dopo replica il capo dei democratici al Senato, Harry Reid: ”Siamo ancora in attesa che i repubblicani ci presentino un piano ragionevole su come evitare il precipizio fiscale”. Insomma, una sorta di dialogo tra sordi. E probabilmente sara’ cosi’ ancora per giorni.

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