Usa. Accordo in Congresso o il ”fiscal cliff” costerà agli americani 800 mld

WASHINGTON, STATI UNITI – Il ‘fiscal cliff’, il precipizio di bilancio americano previsto nel 2011 nell’ambito dell’accordo sul tetto del debito, prevede tagli automatici alla spesa e un aumento delle tasse che si abbattera’ sulle famiglie americane con una potenza da 800 miliardi di dollari solo nel 2013, poco meno del piano di stimolo approvato dal presidente americano Barack Obama nel 2009, poco dopo il suo insediamento.

Il ‘fiscal cliff’ – eredità dell’ex-presidente George W. Bush – scattera’ fra la fine del dicembre 2012 e l’inizio del gennaio 2013 e prevede misure impopolari sia fra i repubblicani sia fra i democratici: iniziative rigide e stringenti, quali il taglio delle spese per la difesa e la fine degli sgravi fiscali per i lavoratori, delineate proprio per costringere i due partiti a trattare e a cercare un compromesso serio per il risanamento dei conti pubblici americani. Un accordo bipartisan che sblocchi la paralisi di Washington come accaduto nel 2011, quando il duro scontro sull’aumento del tetto del debito e’ costato agli Stati Uniti il primo downgrade della loro storia.

Se il fiscal cliff non sara’ evitato, gli Stati Uniti oltre ai tagli alla spesa e all’aumento delle tasse si troveranno anche ad avere uno spazio di manovra limitato per gestire il debito: nel ”fiscal cliff” rientra anche l’aumento del tetto del debito, attualmente fissato a 16.400 miliardi di dollari, quota che verra’ raggiunta alla fine del 2012. Il ‘fiscal cliff” e’ l’eredita’ dell’aumento del tetto del debito, che ora riporta gli stessi protagonisti del duro scontro del 2011 a sedersi di nuovo alla stesso tavolo. Determinanti per un eventuale compromesso saranno infatti oltre a Obama, lo speaker della Camera John Boehner e l’ex candidato alla vicepresidenza Paul Ryan che, in quest’occasione, si trovera’ a fare i conti con un ruolo piu’ nazionale e non solo limitato al Congresso.

La posta in gioco e’ alta: senza un’intesa in Congresso per scongiurarlo, gli Stati Uniti rischiano la recessione. Senza un’intesa, infatti, l’aliquota federale media su ogni famiglie salira’ fino a cinque punti percentuali al 24,3%. Ed e’ proprio sulle tasse che si gioca la partita, con i repubblicani contrari a un aumento della pressione fiscale per i piu’ ricchi e i democratici, con Obama in testa, che vogliono piu’ tasse sui facoltosi americani per mantenere bassa la pressione fiscale sulla classe media.

Se i due partiti non troveranno al Congresso un accordo per attenuare gli effetti del ”fiscal cliff”, scrive la CBS, le spese governative si ridurranno del 10 per cento, riguardando anche l’apparato militare ed i programmi di assisenza interna, con conseguente contrazione dell’economia nel suo insieme. Finora sulla questione del ”fiscal cliff” in Congresso non v’è stata collaborazione nè iniziative bi-partisan per la ricerca di un compromesso. E’ sperabile che possa accadere adesso, rilevano gli analisti, perchè alla fine dell’anno non manca molto.

Gestione cookie