Usa, Jp Morgan chiude trimestre con utili superiori ad attese

Pieno di utili per JPMorgan, che chiude il terzo trimestre decisamente al di sopra delle attese di Wall Street, grazie al recupero della divisione di investment-banking. E vola in Borsa, dove arriva a guadagnare il 3,5%.

Nonostante l’impennata, l’amministratore delegato Jamie Dimon si mantiene cauto e avverte: «Osserviamo iniziali segnali di stabilità nel credito al consumo, ma non siamo certi che questo trend continuerà».

Prevedendo che il costo del credito e il tasso di insolvenza dei clienti si manterranno elevati «in un futuro prevedibile», la banca ha accantonato ulteriori 2 miliardi di dollari per far fronte alle perdite future del credito al consumo, portando l’ammontare complessivo a 31,5 miliardi di dollari, il 5,3% del totale prestiti. Rafforzato anche il Tier 1, salito al 10,2% dall’8,9% del terzo trimestre 2008 e dal 9,7% dei tre mesi precedenti.

L’utile netto di JPMorgan nel terzo trimestre è risultato pari a 3,6 miliardi di dollari, o 82 cento per azione, rispetto ai 527 milioni, o 9 cent per azione, dello stesso periodo del 2008. Il ricavi sono balzati del 79% a 28,8 miliardi di dollari. Gli analisti si attendevano un utile di 52 cent per azione a fronte di un fatturato pari a 24,7 miliardi di dollari.

Le perdite sui prestiti ai clienti hanno evidenziato un balzo a 7 miliardi di dollari dai 3,3 miliardi dello scorso anno. Nel comparto delle carte di credito si sono registrate perdite per 700 milioni contro un profitto di 292 milioni dello stesso periodo del 2008. Nel terzo trimestre i ricavi dell’investment-banking si sono attestati a 5 miliardi di dollari: nello stesso periodo la divisione aveva accusato un rosso da 3,6 miliardi di dollari. I risultati del terzo trimestre 2008 avevano risentito di perdite per 640 milioni di dollari a causa dell’acquisizione di Washington Mutual.

Nei primi nove mesi del 2009 JPMorgan ha accantonato 8,79 miliardi di dollari (il 38% dei ricavi di gennaio-settembre) per i compensi dei propri dipendenti, una cifra superiore ai 6,54 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente e che consente di retribuire ognuno dei suoi banchieri di investimento con 353.854 dollari. Sul fronte compensi, Dimon ha osservato come la banca segua le linee guida stabilite a livello globale. «Guardiamo sempre alla performance di lungo termine», ha spiegato in merito. Goldman Sachs, che comunicherà domani i propri risultati trimestrali, ha accantonato per compensi e benefit circa 11,4 miliardi di dollari nei primi sei mesi dell’anno.

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