Usa: vacilla la poltrona del capo della Federal Reserve Ben Bernanke

La poltrona del capo della Federal Reserve Bank, Ben Bernanke, sembra vacillare, e quel che pareva praticamente impossibile è diventata una genuina possibilità: il mandato quadriennale di Bernanke – nominato dall’ex-presidente George Bush e rinominato da Barack Obama – scade il 31 gennaio, ma potrebbe non avere in Congresso i voti necessari per la conferma.

Un folto gruppo di legislatori, per la gestione della crisi, ha espresso perplessità o diretta opposizione per un secondo mandato di Bernanke, e secondo i media americani il capo della Fed potrebbe non essere in grado di raccogliere i 60 voti necessari per la riconferma, costringendo così Obama a ritirare la sua nomina.

Dopo la chiusua della peggior setimana negativa di Wall Street negli ultimi sette mesi, nel mondo degli affari c’è sato un cambiamento d’umore, acuito dalle ombre che si addensano sul futuro di Bernanke. I legislatori che sono contrari alla riconferma hanno voltato le spalle non solo a Bernanke ma allo stesso Obama che lo ha proposto per un secondo mandato.

Secondo svariati osservatori, alla fine è improbabile che il capo della Fed venga bcciato: diversi senatori repubblicani sono orientati a votare per un banchiere nominato da Bush e che quasi tutti i leader del mondo degli affari – oltre all’ex-capo della Fed, Alan Greespan – vogliono vedere riconfermato senza indugi.

Ma sono proprio gli indugi che spaventano: se il voto non arriverà entro fine gennaio, Bernanke dovrà momentaneamente lasciare la guida della banca centrale al suo vice, Donald Kohn.

Gli operatori guardano con spavento ad una simile evenienza, così come trovano spaventoso che ”il sacerdote del dollaro” possa passare magari con un margine minimo a causa del malumore di un pugno di senatori irati per la recente sconfitta democatica nel Massachusetts ad opera di un repubblicano che ha conquistato il seggio che era di Ted Kennedy.

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