Valentino ai reali del Qatar, Hugo Boss un caso in Borsa: dove vanno i Marzotto?

Matteo Marzotto

ROMA – Cosa c’è dietro la cessione milionaria e strapagata di Valentino ai reali del Qatar? Il disimpegno dei Marzotto, al 20% di Permira, la controllante di Valentino, prelude a un distacco anche dal mercato italiano? La cifra con cui il re di Giordania ha soddisfatto il “capriccio” della first lady Sheikha è generosa: 700 milioni di euro, oltre 30 volte il margine operativo lordo del 2011. Una paccata di milioni per un marchio che comunque vende. Fuori dell’operazione, però, sono rimasti fuori Marlboro Classics e soprattutto Hugo Boss, vera gallina dalle uova d’oro la cui valutazione alla Borsa di Francoforte è diventata un caso. Sul titolo è stata registrata una girandola di scambi record. Dalla metà di giugno, in numerose sedute, gli scambi si sono infiammati fino a essere anche dieci volte la media.

Il segnale non poteva sfuggire ad analisti e commentatori: l’azienda è sul mercato, chi è disposto a mettere sul piatto i 6 miliardi che vale? L’indiziato numero uno Bernard Pinault ha escluso che Lvmh sia interessata: comprano solo maison più piccole, gioielli come Brioni. Chi sa, forse il gruzzolo accumulato da Premira e quindi Marzotto servirà a consolidare ancor di più la posizione di Red & Black (all’80% di Permira) che controlla al 65,6% Hugo Boss, con nuove iniezioni di liquidità.  Gruzzolo che però potrebbe prendere altre strade (Laura Verlicchi su Il Giornale) visti gli interessi a tutto campo del fondo private equity inglese Permira: interessi che spaziano dalle partecipazioni in Seat, alle quote Sisal, dalle ceramiche Marazzi alla Findus che cotrolla attraverso il gruppo Iglo.

 

 

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