Quanto valgono i vecchi gettoni del telefono? Il Corriere della Sera ha stilato un elenco dei pezzi più rari e preziosi.
“I primi esemplari di gettone telefonico – racconta il Corriere – furono coniati in Italia nel 1927 dalla Stipel, la concessionaria del servizio di telefonia in Piemonte e Lombardia fondata due anni prima. L’occasione fu la Fiera Campionaria di Milano di quell’anno e i gettoni, realizzati in alpacca (una lega di rame, nichel e zinco) o in bronzo, potevano essere utilizzati esclusivamente dai telefoni interni alla fiera”.
Breve storia del gettone telefonico
All’inizio furono messi in circolazione tre tipi di gettone telefonico.
Il primo è il cosiddetto gettone urbano per chiamate fino a 3 km di distanza. Il gettone è riconoscibile perché ha due scanalature su una faccia e una scanalatura centrale sull’altra. Il secondo è il gettone urbano per le chiamate tra i 3 e i 10 km. Ha una scanalatura laterale per ciascuna faccia. Poi c’è un terzo tipo di gettone, quello interurbano per le chiamate oltre i dieci chilometri. Il gettone presenta due scanalature, una centrale e l’altra laterale, su una delle due facce.
I gettoni più ricercati
Tra i vecchi gettoni telefonici uno dei più ricercati è quello della Stipel del 1927. Il gettone ha una doppia scanalatura e su un lato ha la scritta STIPEL. Al centro della moneta una cornetta e in basso l’anno di conio.
Ma quanto vale?
Quelli che valgono di più – spiega il Corriere – sono quelli con piccoli errori di conio (un esempio: l’assenza dell’ultimo punto dopo la L): in questo caso si possono superare facilmente i 100 euro. Per tutti gli altri casi, invece, il valore all’asta si aggira tra i 30 e i 40 euro.
Poi c’è il gettone nichelato coniato nel 1928 dall’officina Timo di Bologna.
Nella faccia in alto troviamo scritto 1928 e al centro il doppio rombo con la sigla TIMO, mentre in basso “ANNO VI°” dell’era fascista. Sul rovescio vi è la scritta “TELEFONI ITALIA” subito sotto la scanalatura “MEDIA ORIENTALE”.
Il gettone può valere tra i 100 e i 200 euro.
Un altro pezzo molto raro è il gettone Telve. Realizzato in ottone nel 1932 sul dritto ha una scanalatura e a destra 4 righe con scritto “SOCIETA’ TELEFONICA DELLE VENEZIE”, sul verso l’immagine di un disco combinatore. Il valore del gettone supera i 250 euro.
C’è poi il gettone delle officine Set di Napoli del 1934. Valore stimato tra i 70 e i 180 euro.
Supera il valore di 200 euro il gettone coniato dalla Teti di Roma del 1935. Ma solo quando la conservazione è ottima se non eccezionale.
Andando in ordine cronologico ci sono poi i gettoni prodotti dal 1959 fino al 31 dicembre del 2001.
Questi gettoni, decisamente più diffusi di quelli precedenti, sono realizzati in ottone e nel dritto presentano al centro su due righe la scritta “GETTONE || TELEFONICO”, mentre in basso un ovale con la data nella forma anno e mese (AAMM). Sul rovescio, al centro, l’immagine di un telefono.
Questi gettoni furono coniati dallo stabilimento E.S.M. di Milano.
Spiega il Corriere:
“Attualmente, nel mercato del collezionismo, un gettone ha valore solo se conservato in maniera ottima. Nella maggior parte dei casi il valore del singolo gettone telefonico non è superiore a un euro. Ma ve ne sono alcuni che valgono di più: quelli con l’anno/sigla 7502, 7706, 7803, 7901, 8011 possono arrivare fino a 15 euro, mentre quelli con anno/sigla 6504, 7110, 7304, 7412, 7704 fino a 50 euro”.