ROMA – Se avete a casa delle vecchie lire che custodite per ricordo, o semplicemente che avete ritrovato quando ormai l’euro era galoppante, controllatele bene. Il loro valore, infatti, potrebbe essere ben più alto di quanto pensate. Dopo che la Corte Costituzionale ha riaperto i giochi per poter cambiare le lire rimaste in casa, i numismatici svelano che quelle banconote da 1000 o 50mila lire, in edizioni particolari, potrebbero valere ben più del loro valore di cambio con l’euro. Un banconota da 50mila lire con la faccia di Bernini, per esempio, vale tra i 300 e i 1000 euro.
Luigi Grassia su La Stampa spiega che cambiare le banconote con il loro valore in euro potrebbe non essere conveniente e invita a fare attenzione:
“Ma non è della questione generale che vogliamo parlare adesso, invece ci focalizziamo su un aspetto molto specifico: siamo sicuri che cambiare quelle banconote sia conveniente? Chi avrà la possibilità di cambiarle otterrà dalla Banca d’Italia solo il valore facciale. Cioè, poniamo, per 50.000 lire incasserà circa 25 euro. Ma ci sono alcune banconote che hanno un valore numismatico ben superiore, dovuto alla loro rarità. Interessano ai collezionisti.
Per fare un esempio: una serie limitata della vecchia banconota da 50.000 lire con la faccia di Bernini «vale da 300 a 1000 euro» dice Gabriele Tonello, esperto di numismatica della Bolaffi. Anzi, qualche anno fa in un’asta un singolo pezzo fu battuto a 2500 euro.
Però attenzione: non tutti quei cinquantamila hanno un tale valore. La rarità riguarda, come specifica Tonello, «la serie XE del 50 mila di Bernini», stampata in soli 40.000 esemplari. Ma ci sono anche altre banconote che hanno interesse numismatico, con altri valori facciali e di specifiche serie; non stiamo a elencarle, sono tante ed è una cosa molto specialistica. Quindi se avete da parte della vecchia cartamoneta fareste bene a verificare sui siti online (ce ne sono diversi che espongono le quotazioni) per scoprire se per caso vi trovate in casa un tesoretto. Chi tiene i soldi sotto il materasso, o nel salvadanaio, può essere premiato a lunga scadenza”.
Tonello ha poi spiegato alla Stampa che solo le banconote in lire che erano già fuoricorso al momento del concambio potrebbero essere rare:
“«le lire che si potranno (eventualmente) cambiare sono solo quelle che erano in circolazione quando la lira è morta. E non hanno valore numismatico, né si può prevedere che ne abbiano mai in futuro, perché le loro tirature sono altissime». Quindi potremmo azzardare: in realtà il dilemma posto all’inizio, se cambiare allo sportello le banconote in lire o provare a venderle come rarità numismatiche, non si pone davvero, perché la cartamoneta comune non ha un valore più alto di quello facciale, mentre quella che ne ha non si potrà cambiare comunque. essendo già fuori corso quando la lira sparì.
Eh già, ma fra noi non specialisti chi distingue le lire più vecchie (e magari rare) dalle altre? Chi si ricorda, per esempio, se le ultime mille lire, al momento della scomparsa della vecchia moneta, erano quelle con Giuseppe Verdi, quelle con Maria Montessori o quelle con Marco Polo? Alcune di queste vecchie mille lire, in certe serie specifiche, hanno valore numismatico, altre no. Date retta: se avete della cartamoneta d’antan in casa, fate almeno un controllo su Internet”.